Il Signore risorto apre i macigni che occludono la vita nostra e del mondo. Nuovi appelli per la Terra Santa e l’Ucraina, ma anche il Libano e il Caucaso. Chiesto il rilascio di tutti i prigionieri, compresi gli ostaggi israeliani a Gaza
di Michele Brambilla
Il 31 marzo Papa Francesco legge per intero il messaggio Urbi et Orbi della Pasqua, evidenziando che «la Chiesa rivive lo stupore delle donne che andarono al sepolcro all’alba del primo giorno della settimana».
«La tomba di Gesù era stata chiusa con una grossa pietra; e così anche oggi massi pesanti, troppo pesanti chiudono le speranze dell’umanità: il masso della guerra, il masso delle crisi umanitarie, il masso delle violazioni dei diritti umani, il masso della tratta di persone umane, e altri ancora», enumera il Papa. «Ed ecco la scoperta del mattino di Pasqua: la pietra, quella pietra così grande, è stata già fatta rotolare. Lo stupore delle donne è il nostro stupore: la tomba di Gesù è aperta ed è vuota», iniziano una nuova vita e un’umanità rinnovata.
«Fratelli e sorelle», ripete il Pontefice, «Gesù Cristo è risorto, e solo Lui è capace di far rotolare le pietre che chiudono il cammino verso la vita. Anzi, Lui stesso, il Vivente, è la Via: la Via della vita, della pace, della riconciliazione, della fraternità. Lui ci apre il passaggio umanamente impossibile, perché solo Lui toglie il peccato del mondo e perdona i nostri peccati. E senza il perdono di Dio quella pietra non si toglie», insiste.
«Oggi volgiamo anzitutto lo sguardo verso la Città Santa di Gerusalemme», testimone degli eventi pasquali e, oggi, del riesploso conflitto israelo-palestinese. Infatti «il mio pensiero va soprattutto alle vittime dei tanti conflitti che sono in corso nel mondo, a cominciare da quelli in Israele e Palestina, e in Ucraina. Cristo Risorto apra una via di pace per le martoriate popolazioni di quelle regioni. Mentre invito al rispetto dei principi del diritto internazionale, auspico», entrando più nel dettaglio delle soluzioni sul tavolo a livello internazionale, «uno scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina: tutti per tutti», così come «faccio nuovamente appello a che sia garantita la possibilità di accesso agli aiuti umanitari a Gaza, esortando nuovamente a un pronto rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso e a un immediato cessate-il-fuoco nella Striscia».
La posizione della Santa Sede sul punto è ribadita con forza. «Non permettiamo che le ostilità in atto continuino ad avere gravi ripercussioni sulla popolazione civile, ormai stremata, e soprattutto sui bambini», perché «la guerra è sempre un’assurdità, la guerra è sempre una sconfitta! Non lasciamo che venti di guerra sempre più forti spirino sull’Europa e sul Mediterraneo», esorta ancora il Santo Padre, che ricorda molte altre situazioni critiche, come il Sudan, il Sahel, il Congo, il Mozambico, in Asia il Mynamar, la Siria e i Rohingya, in America Latina lo stato di anarchia di Haiti.
Rilevanti anche le parole sul Libano, «da tempo interessato da un blocco istituzionale e da una profonda crisi economica e sociale, aggravate ora dalle ostilità alla frontiera con Israele. Il Risorto conforti l’amato popolo libanese e sostenga tutto il Paese nella sua vocazione ad essere una terra di incontro, convivenza e pluralismo».
«Parimenti incoraggio i colloqui tra l’Armenia e l’Azerbaigian, perché, con il sostegno della Comunità internazionale, possano proseguire il dialogo, soccorrere gli sfollati, rispettare i luoghi di culto delle diverse confessioni religiose», fino a stendere un vero accordo di pace.
Per tutte queste situazioni si potrebbe citare quando detto circa i Balcani, nei quali «le differenze etniche, culturali e confessionali non siano causa di divisione, ma diventino fonte di ricchezza». E proseguire constatando «come è tanto spesso disprezzato il prezioso dono della vita. Quanti bambini non possono nemmeno vedere la luce? Quanti muoiono di fame o sono privi di cure essenziali o sono vittime di abusi e violenze? Quante vite sono fatte oggetto di mercimonio per il crescente commercio di essere umani?». «Possa la luce della risurrezione illuminare le nostre menti e convertire i nostri cuori, rendendoci consapevoli del valore di ogni vita umana, che deve essere accolta, protetta e amata», prega infine il Pontefice.
Lunedì, primo aprile 2024