di Shahbaz Bhatti da Avvenire del 17/01/2021
Per i cattolici del Pakistan e per coloro che ne seguono con interesse e preoccupazione la situazione, il 2021 sarà dedicato alla memoria di Shahbaz Bhatti, assassinato per il suo impegno a difesa della libertà di fede e per una modifica sostanziale della legge antiblasfemia. Per questo – anche se la data esatta del decennale del tragico evento impresso a fuoco nella società civile pachistana sarà il 2 marzo prossimo – la diocesi di Roma ha voluto ricordarlo venerdì con una Messa nella chiesa di san Bonaventura da Bagnoregio. Una cerimonia presieduta dal vice gerente, monsignor Gianpiero Palmieri, e coorganizzata dal Centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese della diocesi e altri enti e istituzioni. A dieci anni dalla sua uccisione a 42 anni per mano di una delle guardie del corpo seguace dell’islamismo estremista, il ricordo dell’impegno di Bhatti, sia come attivista per i diritti umani e la convivenza, sia come politico giunto ad essere il primo cattolico inserito in un governo nazionale come ministro per le Minoranze (da novembre 2008 fino alla morte), è tutt’altro che scomparso. Anzi. Come ha ricordato il fratello Paul, che da dieci anni è impegnato a mantenere viva la memoria e le iniziative di Shahbaz, il suo pensiero e la sua azione sono non solo attuali ma anche necessari, di valore ed esempio non solo per i battezzati. «Ancora oggi, dopo tutti questi anni, penso a mio fratello come a un uomo che ha avuto la fede ma anche la capacità di impegnarsi nella difesa dei diritti umani al di sopra di ogni appartenenza religiosa, ideologia o casta – ha ricordato Paul Bhatti –. Anche alla luce della situazione attuale del Pakistan, sono in molti a riconoscere che quella da lui promossa è l’unica via d’uscita dal baratro dell’estremismo religioso e dalla violenza purtroppo ancora troppo presenti nel mio Paese».
Un uomo concreto, Shahbaz Bhatti, ma anche un tessitore paziente. «Mio fratello è stato il primo a parlare di dialogo interreligioso, a promuovere i primi gruppi di dialogo. E oggi sempre di più coloro che arrivano alla comprensione che violenza e estremismo sono sbagliati e alla fine degradano la società. Shahbaz ha valorizzato la libertà di ogni individuo a scegliere secondo le proprie inclinazioni, avvertendo però che se questo diritto viene violato risulta inutile. Una scelta di centralità per l’uomo e quindi di rispetto dei diritti umani che non è rivoluzionaria ma certamente, come sottolineato anche da papa Francesco, necessaria».
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