Sociedade Brasileira de Defesa da Tradição, Família e Propriedade, Quaderni di Cristianità, anno II, n. 5, estate-inverno 1986
Giovedì 10 luglio 1986, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricevuto in visita privata S. E. il signor José Sarney, presidente della Repubblica Federativa del Brasile, e in un breve discorso, pronunciato in apertura della messa celebrata nella Cappella Urbano VIII, ha fra l’altro detto: «Ci accingiamo a chiedere per tutto il Brasile e per ogni brasiliano, che la solidarietà e l’amore sociale, vivificati dalla carità, portino a curare e a prevenire, in questo immenso e diletto paese, situazioni di pauperismo e squilibri economici; che nessuno resti escluso dallo sviluppo e dai beni del progresso; che ancora una volta, in questo momento di mutamento, come in altre situazioni di empasse, si congiungano buone volontà e sforzi per salvaguardare e aumentare il patrimonio di valori spirituali e morali — la ricchezza più certa e autentica di un Paese enormemente ricco — e per rispondere alle sfide che si presentano alla grande famiglia brasiliana.
«Sì, i sommi e intangibili valori, che reggono la vita e la convivenza umane, aprendo vie di fruttuoso dialogo, di salutare riconciliazione e di amore autentico, allontanino ogni specie di disamore, nello stesso tempo effetto e causa di egoismo, di odio e di violenza. Solo l’amore costruisce e alimenta umanità, fraternità e pace.
«Ci accingiamo a implorare che le iniziative e le riforme che queste sfide esigono, come la riforma agraria, siano fatte con coraggio e con ponderazione, procedano con l’accettazione e la partecipazione di tutti, alla luce del sano umanesimo cristiano: e che l’organizzazione e l’elevazione sociale siano sempre al servizio di tutto l’uomo e di ogni uomo, con la sua dignità e vocazione sublime, tanto in zone agricole come in zone urbane e suburbane (L’Osservatore Romano, 11-7-1986).
In previsione dell’incontro, la Sociedade Brasileira de Defesa da Tradição, Família e Propriedade-TFP ha fatto pervenire al Sommo Pontefice un telex inteso a fornire informazioni sulla reale situazione socio-economica del Brasile, con particolare relazione alla riforma agraria, come sintesi dell’opera di Carlos Patricio del Campo García-Huidobro, Is Brazil Sliding Toward the Extreme Left? Notes on the Land Reform Program in South America’s Largest and Most Populous Country, «Il Brasile sta scivolando verso l’estrema sinistra? Note sulla riforma agraria nella maggior potenza territoriale e demografica dell’America del Sud», allora in corso di stampa, comparsa poco dopo (trad. inglese, The American Society for the Defense of Tradition, Family and Property-TFP, New York 1986) e recensita da Paolo Mazzeranghi in questo stesso numero di Quaderni di «Cristianità», alle pp. 72-84.
Il documento — inoltrato attraverso Juan Miguel Montes Cousiño, responsabile dell’ufficio Tradizione Famiglia Proprietà, che rappresenta a Roma le diverse TFP e società affini — è firmato dal professor Plinio Corrêa de Oliveira, presidente del consiglio nazionale della TFP brasiliana (dello stesso cfr. anche Brasile: per una politica agraria né socialista né confiscatoria, intervista a cura di Massimo Introvigne, in Cristianità, anno XIV, n. 138, ottobre 1986; trad. inglese, Brazil: the Land Reform Question, in TFP Newsletter, vol. IV, n. 21, 1987).
Il testo del documento è comparso, con il titolo A realidade sobra a situação sócioeconômica do Brasil: reverente comunicado da TFP à S. S. João Paulo II, in Catolicismo, anno XXXVI, n. 429, settembre 1986, pp. 4-7, con sottotitoli redazionali. La traduzione dal portoghese è di Giovanni Cantoni.
La reale situazione socio-economica del Brasile
Deferente comunicazione informativa a Sua Santità Giovanni Paolo II
San Paolo, 28 giugno 1986
A Sua Santità Giovanni Paolo II
Città del Vaticano
Manifestando a Vostra Santità i sensi della nostra profonda venerazione, ci permettiamo di portare a sua conoscenza quanto segue:
I. Questa società è costituita da cattolici praticanti, alcuni di essi intellettuali e altri uomini d’azione. Li riunisce il proposito — complementare allo sforzo costruttivo prodotto da tante opere cattoliche, teso a migliorare la condizione dei poveri e a risolvere con spirito di giustizia e di carità la questione sociale — di illuminare l’opinione pubblica, e specialmente gli ambienti cattolici, relativamente agli errori e alle trame del comunismo, che sta facendo sforzi crescenti, negli ultimi decenni, per accreditarsi come dottrina accettabile e assimilabile da parte dei cattolici di questa nazione.
Perciò, e con la specifica intenzione di preservare nella società temporale quanto resta della civiltà cristiana, questi laici cattolici si sono costituiti di propria iniziativa, e sotto l’autorità di una dirigenza da loro eletta, in un’associazione che si ispira agli insegnamenti del Supremo Magistero. Essa si professa sottomessa alla Sacra Gerarchia in tutto quanto dice relazione alla fede e ai costumi.
II. A questo titolo, la Sociedade Brasileira de Defesa da Tradição, Família e Propriedade-TFP sta attivamente partecipando all’attuale dibattito relativo alla riforma agraria, nel quale assume una posizione diversa da quella dei cattolici detti a giusto titolo di sinistra. Infatti l’associazione impugna come ingiusto l’esproprio di immobili rurali grandi, medi oppure piccoli, fatto dalla pubblica autorità a prezzo vile, e perfino quando tali immobili siano occupati e coltivati debitamente, in conformità con la funzione sociale del diritto di proprietà.
III. In questa importante questione, le divergenze derivano molto più dalla diversità del modo di vedere i termini concreti del problema rurale in Brasile che da divergenze propriamente dottrinali. La TFP aggiunge, incidentalmente, di essere convinta che, dal punto di vista dottrinale, il suo pensiero è quello dell’enorme maggioranza dei cattolici brasiliani, sia lavoratori manuali che proprietari. E anche di un numero notevole di venerabili Vescovi.
IV. Sembra molto opportuno sottolineare questo punto — l’importanza delle divergenze sullo status quaestionis della controversia agraria — e perciò ci permettiamo di aggiungere ora un esempio concreto.
Stime fondate su dati forniti dalle stesse fonti ufficiali dicono che circa il 50% del territorio nazionale è ancora costituito da terre — in genere coltivabili — che appartengono ai pubblici poteri federali, statali e municipali del paese. L’insieme delle terre così disponibili equivale a due volte le aree territoriali sommate di Germania, Francia, Spagna, Italia, Gran Bretagna e Irlanda! Stando così le cose, i lavoratori manuali desiderosi di acquisire terre devono essere soddisfatti gratuitamente — e perfino con l’aiuto dello Stato — con aree di proprietà del pubblico potere. Ciò rende inescusabile il fatto che quest’ultimo mantenga incolte e inutilizzate le proprie terre, che costituiscono il maggior latifondo non sfruttato del mondo odierno, mentre espropria a prezzo vile e confiscatorio le terre dei privati.
Questa situazione spaventosa, la cui constatazione può pregiudicare la soluzione da dare a tutto il problema agrario, non è contestata dai fautori della riforma agraria, che non osano sostenere il carattere prioritario dello sfruttamento delle terre private rispetto a quello delle terre pubbliche, attraverso la riforma agraria. Per spiegare in qualche modo la loro posizione, ricorrono ad argomenti di carattere tecnico relativi alle difficoltà di questo sfruttamento, oppure di carattere sentimentale, come la tristezza di quanti emigrano verso zone lontane e non abitate, separandosi dai tronchi familiari originari. E così la questione della riforma agraria si vanifica in meandri concreti, che poco o nulla hanno a che vedere con la dottrina del Supremo Magistero della Chiesa.
V. Finora la TFP ha pubblicato opere nelle quali tratta non soltanto degli aspetti morali del problema della riforma agraria ma anche dei suoi aspetti tecnici.
Ma, allo scopo di sviscerare nel modo più chiaro alcuni aspetti piuttosto che altri, ha in corso di stampa — e uscirà nei prossimi giorni — un importante lavoro intitolato Is Brazil Sliding Toward the Extreme Left? Notes on the Land Reform Program in South America’s Largest and Most Populous Country, «Il Brasile sta scivolando verso l’estrema sinistra? Note sulla riforma agraria nella maggior potenza territoriale e demografica dell’America del Sud», opera del noto economista Carlos Patricio del Campo, master of Science in Economia Agraria presso l’università di Berkeley, in California, negli Stati Uniti.
VI. A titolo di esempio, Vostra Santità ci permetta di ricordare a questo punto alcuni dati — solidamente documentati nell’opera citata — che dimostrano quanto è carente di obbiettività la descrizione dell’attuale realtà socio-economica brasiliana, dipinta a tinte assolutamente fosche e pessimistiche dai fautori della riforma agraria.
1 . La zootecnia brasiliana ha contribuito in modo significativo al progresso sociale ed economico del paese. Il citato lavoro di Carlos Patricio del Campo mostra che:
a. nell’ultimo decennio, la produzione zootecnica pro capite ha avuto un tasso di incremento annuale medio del 2%. Questo significa che tale produzione ha superato sensibilmente la crescita demografica del paese;
b. il 50% delle esportazioni del Brasile vengono dal settore zootecnico;
c. la zootecnia brasiliana ha trasferito dal 35% al 48% del suo reddito all’industria e al commercio.
2. Il salario reale del lavoratore agricolo è aumentato dal 3,8% al 6,3% all’anno, negli anni Settanta. Fra gli anni 1982 e 1984, il salario reale è diminuito, seguendo la caduta generale del reddito del paese causata dalla crisi della valuta estera. Questa crisi, sia detto per inciso, non è assolutamente dovuta a qualche regresso o stagnazione nella zootecnia, ma ad altri fattori. fra i quali gli specialisti di tutte le correnti attribuiscono pesante responsabilità al fallimento dell’ampia statalizzazione industriale realizzata soprattutto durante la presidenza del generale Ernesto Geisel (1974-1979).
La forte crescita della produzione agricola verificatasi nell’anno 1985 (8%) e le buone prospettive per il 1986 indicano un probabile ricupero dei salari nell’agricoltura.
3. Il numero di proprietari rurali è cresciuto, negli ultimi decenni, con un tasso annuo del 2%. Nell’anno 1980 — data dell’ultimo censimento zootecnico —, il 49% della popolazione agricola attiva maschile superiore ai 24 anni era proprietario di terre. Si tratta di una percentuale che sta aumentando costantemente nel corso degli anni.
4. Il quadro desolante di miseria con cui si descrive la situazione sociale del Brasile non corrisponde alla realtà.
Senza negare l’esistenza di certe situazioni che esigono una soluzione urgente, bisogna tuttavia pensare che i dati disponibili non confermano questo quadro desolante. Il citato libro Is Brazil Sliding Toward the Extreme Left? indica, tra altri, i dati seguenti:
a. il numero delle famiglie povere è diminuito in modo significativo. Dal 44% alla fine degli anni Sessanta sono passate a un massimo del 18% alla fine degli anni Settanta;
b. nel 1960, il 12% delle famiglie aveva un frigorifero; nel 1980, il 50%. Nel 1960, il 5% delle famiglie aveva il televisore; nel 1980, il 54%. Le abitazioni fornite di luce elettrica sono aumentate, nello stesso periodo, dal 39% al 67% del totale delle abitazioni del paese. La percentuale di famiglie che possiedono radio è aumentata dal 35% al 76%, nello stesso periodo;
c. la nazione brasiliana è caratterizzata da una forte mobilità sociale in senso verticale. Fra il 55% e il 65% delle famiglie di classe bassa è salito di posizione sociale, da una generazione all’altra. E fra il 53% e il 72% delle persone appartenenti a questa stessa classe è salito di categoria sociale;
d. manca di qualsiasi fondamento serio l’affermazione secondo cui la grande maggioranza della popolazione brasiliana è denutrita. Prendendo in considerazione le necessità raccomandate per il consumo di alimenti, e secondo la più completa indagine sull’alimentazione realizzata in Brasile, esiste in media un surplus calorico nel consumo alimentare della popolazione.
Uno studio realizzato dalla Banca Mondiale — basato sulla stessa indagine — per verificare le deficienze nel consumo di alimenti, allo scopo che la popolazione brasiliana giunga a livelli di peso e di statura analoghi a quelli delle fasce di reddito più alte del paese, ha appurato che al massimo il 17% della popolazione aveva un deficit rispetto al citato livello di consumo. D’altra parte, gli specialisti sostengono che questi dati prendono in considerazione il rischio di denutrizione e non la denutrizione propriamente detta. Cioè il citato 17% non corrisponde necessariamente alla popolazione denutrita, ma alla popolazione esposta al rischio di denutrizione.
La causa della cattiva alimentazione di molti è collegata non tanto a problemi di reddito, ma ad abitudini alimentari e ad aspetti educativi e culturali;
e. secondo le statistiche disponibili, gl’indici di mortalità infantile sono diminuiti in modo significativo. La causa principale della mortalità è costituita dalle malattie infettive, mentre la denutrizione ha una presenza insignificante nell’indice dei decessi.
VII. Ma un osservatore situato a distanza, e contro-informato da tante notizie diffuse dai mass media, potrebbe dire che, per quanto le informazioni precedenti siano degne di nota, non possono valere contro l’evidenza dei fatti. Cioè contro il tragico grido dei lavoratori rurali che si trascinano affamati lungo le strade e invadono proprietà per ricavare dalla terra, con il lavoro delle proprie mani, il nutrimento necessario al sostentamento della famiglia e di sé stessi!
Come sono tendenziose queste — come altre — notizie diffuse nel mondo dal tifone delle propagande moderne!
Non potendo allungare ancora di più il presente telex, già troppo ampio, non ci è dato provare all’Augusto Pontefice quanto vi è di esagerato, talora fino al delirio, in questo notiziario messo al servizio dello spostamento a sinistra del Brasile.
Ci sia tuttavia consentito ricordare a questo punto una circostanza che da sola lascia vedere l’esagerazione inconcepibile di queste versioni.
La stampa parlata e scritta del Brasile dà notizie relative soltanto a lavoratori manuali estranei alle fazendas, che penetrano in esse illegalmente. Mai, o quasi mai, si danno notizie di appropriazioni di aree ancora disponibili nella stessa fazenda, fatte da lavoratori manuali in essa impiegati, e bisognosi di sconfiggere la fame con il proprio lavoro, impossessandosi delle citate aree disponibili. Ugualmente non si dà notizia di un solo caso in cui lavoratori impiegati in un fondo agricolo fraternizzino con gli invasori per imporre una divisione al proprietario. Dal che si deduce che regna la piena pace sociale in innumerevoli fazendas percorse nel loro girovagare dagli invasori.
VIII. Non essendo riuscita a far sì che la stampa dell’opera del signor Carlos Patricio del Campo fosse portata a termine nel tempo voluto, la TFP si permetterà di offrirla a Vostra Santità appena verrà alla luce. Tuttavia, posto che Vostra Santità riceverà fra breve la visita di S. E. il dottor José Sarney, Signor Presidente della Repubblica brasiliana, che pare impossibile non affronti con Vostra Santità la questione agraria, nel cui dibattito si è profondamente impegnata la Conferenza Nazionale dei Vescovi Brasiliani, la TFP osa offrire a Vostra Santità, prima di questa visita, il testo portoghese dattiloscritto della stessa opera, della quale tutte le pagine sono protocollate dall’Ufficio delle TFP a Roma, incaricato della loro consegna. E chiede rispettosamente scusa della presentazione propria delle minute, e quindi inadeguata per venire all’augusta presenza di Vostra Santità. Ci sia di scusante il fatto di non essere stato pronto in tempo il lavoro grafico, ora in corso di esecuzione a New York.
IX. Offrendo a Vostra Santità il presente studio, la TFP è mossa dalla speranza che i sussidi tecnici in esso contenuti possano, in questo caso, essere di qualche utilità per Vostra Santità, specialmente per quanto si riferisce alla grande importanza dei dati tecnici e temporali, che servono come premessa a tutta la controversia sulla legittimità morale della riforma agraria.
Nell’attesa, la TFP presenta a Vostra Santità il filiale omaggio del suo profondo rispetto, e chiede per i suoi dirigenti, per i suoi soci, collaboratori e corrispondenti, le preghiere e le preziose benedizioni di Vostra Santità.
Plinio Corrêa de Oliveira
Presidente del Consiglio Nazionale
della Sociedade Brasileira de Defesa
da Tradição, Família e Propriedade
Rua Maranhão, 341
01240 – San Paolo
Brasile