Di Michele Brambilla
La pagina di Lc 12,49-53, brano assegnato alla XX domenica del Tempo ordinario, pone i fedeli cattolici davanti alla necessità di scegliere Cristo come unico Signore. Papa Francesco all’inizio dell’Angelus del 18 agosto ricorda, infatti, che «la sua venuta (di Gesù ndr) nel mondo, […], coincide con il tempo delle scelte decisive: non si può rimandare l’opzione per il Vangelo. E per far comprendere meglio questo suo richiamo, si avvale dell’immagine del fuoco che Lui stesso è venuto a portare sulla terra. Dice così: “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!” (Lc 12,49)». Il fuoco di cui il Signore parla è quello dello Spirito, che ci viene donato nel Battesimo e confermato nella Cresima.
«Gesù rivela ai suoi amici, e anche a noi, il suo più ardente desiderio: portare sulla terra il fuoco dell’amore del Padre, che accende la vita e mediante il quale l’uomo è salvato». Ed ecco il mandato missionario: «Gesù ci chiama a diffondere nel mondo questo fuoco, grazie al quale saremo riconosciuti come suoi veri discepoli. Il fuoco dell’amore, acceso da Cristo nel mondo per mezzo dello Spirito Santo, è un fuoco senza limiti, è un fuoco universale. Questo si è visto fin dai primi tempi del Cristianesimo: la testimonianza del Vangelo si è propagata come un incendio benefico superando ogni divisione fra individui, categorie sociali, popoli e nazioni. La testimonianza del Vangelo brucia, brucia ogni forma di particolarismo e mantiene la carità aperta a tutti, con la preferenza per i più poveri e gli esclusi».
Il Papa rimarca che «l’adesione al fuoco dell’amore che Gesù ha portato sulla terra avvolge l’intera nostra esistenza e richiede l’adorazione a Dio e anche una disponibilità a servire il prossimo», secondo lo schema “contemplare e agire”. Il primo verbo guida e alimenta il secondo. «In questa prospettiva, si comprende anche l’altra affermazione di Gesù riportata nel brano di oggi, che di primo acchito può sconcertare: “Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione” (Lc 12,51). Egli è venuto a “separare col fuoco”. Separare che? Il bene dal male, il giusto dall’ingiusto. In questo senso è venuto a “dividere”», che è il significato etimologico del verbo “discernere”. Il discernimento è strettamente correlato alla questione della verità, ed è come una spada. «Si tratta», conclude il Papa, «di non vivere in maniera ipocrita, ma di essere disposti a pagare il prezzo di scelte coerenti […]. Perché è buono dirsi cristiani, ma occorre soprattutto essere cristiani nelle situazioni concrete».
Lunedì, 19 agosto 2019