Gonzague de Reynold, Cristianità n. 126 (1985)
Cercles concentriques. Les Éditions du Chandelier, Bienne 1943, p. 182. Traduzione e titolo redazionali.
La storia come scuola di realismo politico
La grande utilità della storia consiste nel correggere incessantemente in noi le nostre tendenze alla illusione e all’astrazione. Essa è l’antidoto all’ottimismo pigro e alle ideologie sterili. Essa mette sulla bilancia il contrappeso del reale. Essa ci insegna che tra le teorie le più giuste, più generose e più seducenti, e la loro applicazione nella vita sociale, si deve necessariamente inserire la lezione dell’esperienza. Il che è particolarmente necessario negli ambienti in cui si avrebbe la tendenza a risolvere tutto con il ragionamento e con la metafisica. Ecco perché san Tommaso d’Aquino, nel suo trattato sulla prudenza, dichiara che si può prevedere l’avvenire soltanto attraverso la conoscenza del presente e soprattutto del passato, e fa, di conseguenza, delle conoscenze storiche un elemento della prudenza politica, indispensabile all’uomo di Stato. Anche il […] grande storico svizzero Johannes von Müller diceva: «Considero la storia come un deposito di esperienze ad uso della politica».
L’oblio, il disprezzo della storia, bisognerebbe considerarlo come uno dei più gravi fenomeni di degenerescenza e di barbarie. Infatti, il fenomeno sarebbe equivalente per la società a ciò che rappresenta la perdita della memoria per l’individuo. Ma, se l’uomo perde la memoria, prenderà come guida soltanto i suoi istinti.
Gonzague de Reynold