Siamo piccole gocce nel mare, come diceva santa Teresa di Calcutta, ma con l’amore di Dio possiamo fare grandi cose
di Michele Brambilla
Papa Francesco all’Angelus del 29 ottobre dice che «il Vangelo oggi ci parla del più grande dei comandamenti (cfr Mt 22,34-40). Un dottore della legge interroga Gesù in proposito e Lui risponde con il “grande comandamento dell’amore”: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente [… e] il tuo prossimo come te stesso” (vv. 37.39). Amore di Dio e del prossimo, inseparabili l’uno dall’altro».
Questo induce a dare forma ad alcuni pensieri. «Il primo: il fatto che l’amore per il Signore viene prima ci ricorda che Dio sempre ci precede, ci anticipa con la sua tenerezza infinita (cfr Gv 4,19), con la sua vicinanza, con la sua misericordia, perché Lui sempre è vicino, tenero e misericordioso. Un bambino impara ad amare sulle ginocchia della mamma e del papà, e noi lo facciamo tra le braccia di Dio», spiega il Papa citando il Salmo 131 (Sal 131,2: «Come un bimbo svezzato in braccio a sua madre»), e «lo ricorda san Paolo, quando dice che la carità di Cristo ha in sé una forza che spinge ad amare (cfr 2 Cor 5,14). E tutto parte da Lui. Tu non puoi amare sul serio gli altri se non hai questa radice che è l’amore di Dio, l’amore di Gesù».
Il Pontefice cita in proposito anche santa Teresa di Calcutta. «Un giorno santa Teresa di Calcutta, a un giornalista che le chiedeva se, con quello che faceva, si illudesse di cambiare il mondo, rispose: “Io non ho mai pensato di poter cambiare il mondo! Ho cercato soltanto di essere una goccia di acqua pulita, nella quale potesse brillare l’amore di Dio” (Incontro con i giornalisti dopo il conferimento del Premio Nobel per la Pace, Roma, 1979). Ecco come lei, tanto piccola, ha potuto fare un bene così grande: riflettendo come una goccia l’amore di Dio. E se a volte, guardando lei e altri santi, ci venisse da pensare che siano degli eroi inimitabili, ripensiamo a questa piccola goccia», che nel suo piccolo ha cambiato il “sapore” del “mare indiano”, e facciamo anche noi il primo passo verso la santità.
Certo, il mondo non cambia dall’oggi al domani. I cattolici, tutti assieme, devono però dare prova di tenacia. «Ringrazio tutti quanti – in tanti luoghi e in diversi modi – si sono uniti alla giornata di digiuno, preghiera e penitenza che abbiamo vissuto venerdì scorso implorando la pace nel mondo. Non desistiamo», esorta infatti il Santo Padre, «continuiamo a pregare per l’Ucraina e anche per la grave situazione in Palestina e in Israele e per le altre regioni in guerra. A Gaza, in particolare, si lascino spazi per garantire gli aiuti umanitari e siano liberati subito gli ostaggi. Che nessuno abbandoni la possibilità di fermare le armi. Cessi il fuoco», esclama citando il francescano padre Ibrahim Faltas (egiziano), vicario della Custodia di Terra Santa, perché «la guerra sempre è una sconfitta, sempre».
Lunedì, 30 ottobre 2023