Di Michele Brambilla
L’oggetto dell’udienza generale di Papa Francesco del 20 marzo è la terza invocazione del Padre nostro, «Sia fatta la tua volontà». «Essa», spiega il Papa, «va letta in unità con le prime due – “sia santificato il tuo nome” e “venga il tuo Regno” – così che l’insieme formi un trittico», il cui “succo” è ricordare che «prima della cura del mondo da parte dell’uomo, vi è la cura instancabile che Dio usa nei confronti dell’uomo e del mondo».
Sostanzialmente «tutto il Vangelo riflette questa inversione di prospettiva»: non è l’uomo che cerca Dio, ma Dio che va in cerca dell’uomo. Il Santo Padre menziona in modo particolare l’episodio di Zaccheo (Lc 19,1-10) che si incontra nel Vangelo di Luca poco prima dell’ingresso di Cristo a Gerusalemme. «Il peccatore Zaccheo sale su un albero perché vuole vedere Gesù, ma non sa che, molto prima, Dio si era messo in cerca di lui. Gesù, quando arriva, gli dice: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua” (Lc 19,5). E alla fine dichiara: “Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto” (Lc 19,10)».
Per il Papa la volontà inequivocabile di Dio è che tutti siano salvati per mezzo del Figlio. «Qual è la volontà di Dio incarnata in Gesù? Cercare e salvare quello che è perduto. E noi, nella preghiera, chiediamo che la ricerca di Dio vada a buon fine, che il suo disegno universale di salvezza si compia, primo, in ognuno di noi e poi in tutto il mondo». Domanda quindi il Pontefice: «avete pensato che cosa significa che Dio sia alla ricerca di me? Ognuno di noi può dire: “Ma, Dio mi cerca?” – “Sì! Cerca te! Cerca me”: cerca ognuno, personalmente. Ma è grande Dio! Quanto amore c’è dietro tutto questo».
Tuttavia c’è chi, ancora, non si fida di Dio e immagina la Provvidenza divina come qualcosa di oscuro, dai disegni incomprensibili spesso contrari alle aspirazioni comuni degli esseri umani. Francesco reagisce a questa concezione affermando chiaramente che «Dio non è ambiguo, non si nasconde dietro ad enigmi, non ha pianificato l’avvenire del mondo in maniera indecifrabile», ma ha posto come segno inequivocabile del Suo volere lo stesso Figlio Gesù. Come dice anche san Paolo, «Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità» (Tm 2,4), che è appunto Cristo.
Pertanto «[…] pregando “sia fatta la tua volontà”, non siamo invitati a piegare servilmente la testa, come se fossimo schiavi» di un Fato “alla greca”, «no! Dio ci vuole liberi; è l’amore di Lui che ci libera. Il “Padre nostro”, infatti, è la preghiera dei figli, non degli schiavi; ma dei figli che conoscono il cuore del loro Padre e sono certi del Suo disegno di amore» espresso nel Crocifisso risorto, il quale, come diceva sant’Ambrogio (340-397), ha riscattato, tramite il sacrificio di Se stesso sulla croce, il “debito” contratto da Adamo quando commise il peccato originale e ha pienamente restituito all’umanità la possibilità di una vita eternamente felice in Paradiso.
Giovedì, 21 marzo 2019