IV Domenica del Tempo ordinario
Nella catechesi, come nella predicazione ordinaria, un’osservazione sintetica di grande portata culturale evidenzia l’importanza della dottrina del peccato originale: «Vuoi rigettare tutto della Bibbia? Fallo, purché trattieni l’insegnamento sul peccato originale».
La pagina odierna del Vangelo è, infatti, dedicata al mistero del male, che fino all’apparire nel mondo del Figlio di Dio rimase sempre preponderante nel cuore dell’uomo, tanto da renderne l’esistenza sostanzialmente tenebrosa. Il male non è coeterno a Dio, né esiste una “divinità del male”: questo è un punto fermo, molto positivo, dell’insegnamento sulla caduta originale, che è messo a fuoco dai gesti e dalle parole di Gesù nell’episodio della sinagoga di Cafarnao. Mentre Egli insegna all’assemblea, un uomo posseduto da un demone si mette, infatti, a gridare. Tutti i sabati qualche predicatore teneva una riflessione nella sinagoga, ma i demoni non reagivano, perché non era ancora giunto il «Santo di Dio», come viene chiamato Gesù nella pagina di san Marco evangelista. Solo Lui è in grado di attaccare il regno del peccato e delle tenebre. Il Salvatore, su questa terra, inizia un combattimento personale contro gli angeli decaduti e condanna inequivocabilmente il mistero del male.
La dottrina del peccato originale insegna, infatti, che la causa del male è antecedente all’esistenza del cosmo e soprattutto deriva dall’operato di una persona spirituale, decaduta dalla funzione positiva che Dio le aveva destinato. Questo solleva il nostro cuore da una affannosa quanto inutile ricerca di una causa suprema del male, che cercheremmo inutilmente negli astri, nel cibo, nel prossimo, nella razza, nella classe sociale. Non c’è creatura che possa essere essa stessa causa deI male che impregna tutto il cosmo, lo vizia ma non lo distrugge. Non esiste, quindi, luogo al mondo che non riveli un vizio, “strano” perché estraneo al disegno del Creatore, e che non risenta dell’azione di una forza che si oppone alla vita sebbene sia esterna al creato. Già condannato alla morte eterna, il diavolo opera il male in tutto il cosmo, come unica azione possibile al suo stato di assenza di amore e di odio verso il Padre. Dovessimo rispondere alla domanda: «Chi è/cosa fa Satana?», potremmo dire: «osserva la violenza del mondo animale», effetto dell’opera del maligno. Essa è il riverbero nella natura del peccato di Adamo ed Eva.
Il peccato originale è, infatti, il frutto maturo di una scelta anti-divina, compiuta da un angelo in una fase storica precedente alla creazione dell’uomo e della donna. L’esistenza di angeli e demoni è una nozione fondamentale della Rivelazione cristiana, luce per illuminare il cuore di tutte le genti. Al di fuori della Rivelazione cristiana, soprattutto quando si parla di vita spirituale, dominano il caos e le tenebre, spesso connotate da una pluralità di figure spirituali indecifrabili, verso cui umanamente si è impotenti, che culmina nelle stranezze, tanto inutili quanto demoniache, visibili nell’operato di sciamani, medium e spiritisti. La mente umana è incapace di conoscere direttamente o anche solo di rappresentare gli enti invisibili. La cognizione degli angeli e dei demoni viene unicamente dalla Rivelazione divina. Il diavolo ha un potere intellettivo sovraumano, vale a dire una conoscenza dei nessi logico-scientifici immensamente superiore alla mente umana. Conosce direttamente l’essenza delle cose create. Mai entrare in dialettica con pensieri che vengono dal maligno, perché egli è, come scrive Giovanni evangelista: «padre della menzogna» (Gv 8,44), «principe di questo mondo» (Gv 12,31) e «omicida fin dal principio» (Gv 44,8). L’apostolo che Gesù amava tratta con molta franchezza dell’argomento, pervaso com’era dalla luce della Pasqua di Cristo, che si riverberava sulla giovane Chiesa, e dalla consapevolezza della vittoria di Cristo sull’avversario. Umanamente nulla è possibile contro una simile potenza avversa: focalizzando questo aspetto, ne esce il bisogno assoluto che l’uomo ha di un’azione salvifica di Dio. Tutti veniamo in contatto col regno delle tenebre, che combatte la “guerra perfetta”. Esso, infatti, tenta e induce al male, senza mostrarsi, ma agendo anzitutto nel cuore mediante pensieri, immagini, suggestioni che pongono ostacoli, distrazioni, false ragioni. E’ sempre presente a rovinare gioia e allegrezza. Prima di qualunque altra motivazione medico-psicologica, è indispensabile conoscere l’azione dell’avversario, che mette sempre alla prova la nostra pace. Non siamo ammalati in senso strettamente clinico, è l’avversario invidioso della nostra unione salvifica col Signore Gesù che spinge sempre alla menzogna, all’impossessamento e all’annientamento dei nostri fratelli. Il suo scopo è l’accecamento, l’asservimento e l’eliminazione di tutte le creature che non sono schiave di Satana. Spadroneggia di nascosto, senza farsi notare, per imporre indisturbato la sua tremenda tirannia sulle anime facendo persino dubitare della sua esistenza, presentandosi come un benefattore. Ad Adamo ed Eva promise di diventare come Dio, a Gesù ha offerto il dominio del mondo. In realtà Satana è invidioso: brama con odio inestinguibile ciò che ha perduto e che noi possediamo, cioè la «divina amicizia col figlio del Padre».
Con la venuta del Salvatore il demonio viene snidato e costretto a mostrarsi con tutto l’orrore del suo impero, che ora va in rovina. Nel Vangelo, dovunque Gesù è presente, tutto è chiaro: Gesù è l’amico del genere umano, Satana ne è l’avversario. E una delle prime azioni che compie Gesù è mostrare che il più forte, o, meglio, il vero l’onnipotente è proprio Lui stesso. La signoria di Gesù su Satana è assoluta e ammirevole, espressa nelle semplici parole evangeliche: «Taci! Esci da quell’uomo». La santità di Gesù è autorevole e insostenibile per gli spiriti impuri. Non dobbiamo temere il demonio, ma riconoscerlo col discernimento che apprendiamo negli Esercizi Spirituali, e staccarci da ogni sua seduzione.
La prima arma è la nostra santissima fede, alimentata dalla Parola di Dio e dal Magistero pontificio. Se la Verità e la tensione alla santità sono in noi, nulla potrà nuocerci. La fede è provata anche dal contatto col maligno, che però opera solo ciò che Dio concede. La preghiera è presenza dello Spirito di Verità, che impedisce ogni malvagità e deviazione dalla divina rivelazione. Nella preghiera, diveniamo tempio di Colui che è il più forte. Il distacco dal peccato e la Confessione sacramentale sono il primo grande esorcismo con cui sempre riacquistiamo la libertà cristiana.
La nostra fede sia allora viva, nella più compatta tensione alla perfezione cristiana, senza minimalismi morali, ma perseveranza nello stato di unione continua. Non ci accontentiamo di evitare il peccato, ma portiamo frutti di opere corrispondenti alla piena volontà del Padre, per essere il profumo di Cristo, per portare un po’ della santità del signore Gesù. E’ proprio essa che genera, negli ambienti in cui viviamo, un silenzioso e efficace esorcismo che edifica la società cristiana.
Questo è realizzato soprattutto nell’Eucarestia: «Il cristiano che torna dalla mensa eucaristica – dice san Giovanni Crisostomo (354-407) – somiglia ad un leone che emette fiamme di fuoco dalla bocca; la sua vista è insopportabile per il demonio». La nostra fede diventi allora cultura cristiana, per rendere ragione di tutte le nostre scelte conformi al Vangelo, con tutta la ragionevolezza meditata assieme a Colei che serbava ogni parola del divin Figlio. Preposta dall’eternità a schiacciare la testa al demonio, Maria continua ad esercitare la sua maternità nei nostri confronti dal soglio regale del Cielo, come “corredentrice” (ovvero “prima collaboratrice” dell’opera di Salvezza) e suprema difesa. La sua presenza è sempre salute dell’anima: dove è presente Maria Santissima non vi è spazio alcuno per il demonio. Dove si recita il Santo Rosario vi sono sempre amore per la Croce, senso autentico della sofferenza umana, e invincibile buon umore.
Ogni uomo ama la tranquillità del cuore, ma fa anche quotidianamente l’esperienza della sua perdita. Cerca, allora, un aiuto nell’intercessione invincibile di Maria, Regina degli angeli. La Madonna è la “cristiana perfetta”, dato che fu l’unica a sperare anche sotto la croce del Figlio. Capace di vedere l’opera di Dio, nell’ora delle tenebre è la rivincita di Dio contro Satana ed è inaccessibile ad ogni attacco del maligno. E’ una diga insuperabile che acceca il male; il suo Cuore immacolato è l’ancora di salvezza che Dio ha lanciato all’umanità devastata dal peccato. La sua vittoria è sempre donata a tutti coloro che si convertono, combattono e sperano, affidandosi a lei, incaricata dal Signore di custodire la vita spirituale del nostro cuore.
Domenica, 31 gennaio 2021