Domenica del Battesimo del Signore
Oggi è la festa del Battesimo del Signore Gesù nel Giordano. Abbiamo la prima manifestazione pubblica dello Spirito Santo ed è l’occasione per parlare di Lui. «Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto». Lo Spirito Santo non deve essere più per noi
“un grande sconosciuto”. Senza lo Spirito Santo la vita cristiana è un matrimonio senza amore, un fiore senza profumo, un corpo senz’anima. Michelangelo ci ha lasciato una delle più efficaci rappresentazioni dello Spirito Santo nel suo affresco della Cappelle Sistina, dove Dio protende il dito della sua destra, colma di energia di vita, e tocca Adamo, che giace inerte a terra. Da questo contatto Adamo riceve la forza per alzarsi e diventare un essere vivente. La Sacra Scrittura lo chiama anche: “Dito della destra del Padre” o “Dito di Dio”. E’ per mezzo suo che riceviamo la grazia che ci fa vivere. «Mandi il tuo Spirito, tutto è creato e rinnovi la faccia della terra» (Sal 104,30).
Per scoprire che è lo Spirito Santo, la via più semplice è rileggere il Credo che recitiamo ogni domenica: «Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita». E’ Signore come il Padre e il Figlio, cioè della stessa natura divina. L’espressione «che dà la vita», indica che lo Spirito “fa”, dal nulla. La vita naturale o del corpo la danno i genitori, ma la vita dell’anima, la vita eterna, la può dare solo Dio. Ce l’ha meritata Cristo con la sua croce. Gesù a Nicodemo disse: «In verità, in verità ti dico: se uno non rinasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato da carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito» (Gv 3,4 – 6). La prima condizione per ottenere lo Spirito Santo è rinascere dall’acqua e dallo Spirito, cioè ricevere il battesimo.
Oggi osserviamo allora il nostro stesso battesimo a partire da quello di Gesù. Pietro, nel giorno della Pentecoste, disse alla folla: «Fatevi battezzare per ricevere la remissione dei vostri peccati e ricevere il dono dello Spirito Santo» (At 2,37s). II battesimo è la porta d’ingresso della salvezza. Gesù stesso dice nel Vangelo: «Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo; ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16,16). Nessuno dice oggi che per il semplice fatto di non essere battezzato uno sarà condannato e andrà all’inferno. I bambini morti senza battesimo, come pure le persone vissute, senza loro colpa, fuori della Chiesa, possono salvarsi (queste ultime solo se seguono il dettame della coscienza). Riguardo ai bambini non nati, i quali non hanno potuto vivere l’avventura meravigliosa della vita, dimentichiamo l’idea del limbo, luogo dell’irrealizzato per sempre, senza gioia e senza pena, dove finirebbero i bambini non battezzati come pure i morti prima di Cristo. Questa dottrina fu accolta da Dante Alighieri nella Divina Commedia, ma non è mai stata ufficializzata dalla Chiesa. Era un’ipotesi teologica provvisoria, in attesa di una miglior comprensione della parola di Dio. Il bambino non nato e non battezzato si salva e va subito a unirsi alla schiera dei beati in Paradiso. La sua sorte non è diversa da quella dei Santi Innocenti, che abbiamo festeggiato subito dopo il Natale. Il motivo di ciò è che Dio è amore e «vuole che tutti siano salvi», e Cristo è morto anche per loro! Ci si può chiedere se resteranno sempre vite naturalmente incompiute anche in cielo. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi, perché tutti vivono
per Lui (Lc 20,38). Vivono nel senso pieno della parola. Salvarsi vuol dire attingere anche quella pienezza umana che naturalmente le persone raggiungono attraverso una lunga serie di esperienze. Tutti siamo destinati a raggiungere «lo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo» (Ef 4,13). Questo vale per tutti, non solo per i bambini non nati. «Tutti saremo trasformati» (1Cor 15,51). Chi di noi lascia questa vita pienamente compiuto?
Quanti limiti fisici e morali o intellettuali, hanno, al momento di morire, anche i più grandi geni! Guai se l’aldilà consistesse in un essere fissati per sempre nello stato in cui siamo trovati in punto di morte! Le prime parole che Dio dice a coloro che giungono a Lui «dalla grande tribolazione» del mondo sono: «Ecco io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21,4 – 5). Non dobbiamo dunque preoccuparci per quelli che, senza loro colpa, muoiono senza battesimo, pur facendo quanto sta in noi perché ciò non avvenga. Diverso è invece il caso di chi, conoscendo Gesù Cristo e le sue parole, trascura di ricevere il battesimo solo per pigrizia o noncuranza, pur avvertendone magari, in fondo alla coscienza, l’importanza e la necessità. In questo caso la parola di Gesù ricordata sopra conserva tutta la sua severità: solo «chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo».
Domenica, 9 gennaio 2022