Domenica delle Palme
(Is 50, 4-7;Sal 21; Fil 2, 6-11; Lc 23, 1-49)
La Passione di Gesù continua oggi
La Passione di Gesù non è un episodio doloroso del passato, che ormai si è concluso.
In un modo misterioso continua fino alla fine del mondo. Che cos’è la Santa Messa se non la presenza viva e reale del mistero pasquale della morte e della risurrezione del Signore? Sull’altare non si trova forse il suo corpo offerto e il suo sangue versato? Gesù Cristo, afferma Pascal, è in agonia fino alla fine del mondo. Possiamo dire che ogni generazione umana, col suo peso di male e di peccati, rinnova e prolunga la Passione di Gesù. Più ancora, ognuno di noi, con i suoi peccati personali, trafigge oggi il cuore di Cristo e rende vive e attuali le sue piaghe. Il peccato che commettiamo non è qualcosa di astratto e di impalpabile. E’ un dolore che diamo a Dio. E’ la nostra spina, il nostro sputo, il nostro flagello, il nostro insulto contro l’Agnello muto, condotto continuamente al macello.
La gioia di consolare Dio!
Dall’alto della croce Gesù chiede perdono al Padre per tutti noi, che non sappiamo quello che facciamo. Non siamo consapevoli della malizia del peccato e del dolore che esso arreca a Dio. Con la sua carica di disamore, di indifferenza, di ribellione e di odio, il peccato trafigge il cuore di Dio. Non è sufficiente chiedere perdono per i nostri peccati. Dobbiamo fare molto di più, perché nella carità sempre trabocca il nostro calice. Dio si aspetta da ognuno di noi una giusta riparazione, cioè attende che gli manifestiamo quell’amore, quella sottomissione e quella dedizione di figli che gli abbiamo negato peccando. Possiamo notare come nei momenti delle tenebre della sua Passione Gesù cerchi qualcuno che lo conforti? Chiede a Pietro, a Giacomo e a Giovanni di vegliare con lui.
Permettendo che il Cireneo porti per un tratto di strada la croce, Gesù ha voluto invitare le anime più generose a sorreggere con lui il peso della croce del mondo. Non basta chiedere perdono per i nostri peccati. Dobbiamo riparare per le ingratitudini e le offese da parte degli uomini, offrendo noi a Dio quell’amore che essi gli negano.
Offri preghiere e sacrifici per la conversione dei peccatori
L’agonia di Cristo dura fino alla conclusione della storia. Questa è una grande grazia, perché significa che anche noi, se lo vogliamo, possiamo partecipare attivamente al mistero della sua Passione redentrice. Peccando vi partecipiamo dalla parte dei suoi persecutori, ma unendoci alle sue sofferenze, anche noi, come il Cireneo, possiamo essere di sollievo e di aiuto a Gesù. Amiamo riparare non solo per i nostri peccati, ma anche per tutto il male del mondo, con la nostra sofferenza, la nostra preghiera e i nostri sacrifici. Non ci deve bastare di essere redenti, ma dobbiamo noi stessi cooperare con Gesù nell’opera della Redenzione. Consideriamo come nelle grandi rivelazioni riguardanti i Cuori di Gesù e Maria vengano chiesti con insistenza atti di riparazione per i peccati dell’umanità e continue preghiere e sacrifici per la conversione dei peccatori. Ogni generazione, col suo fardello di peccati, prolunga la Passione di Gesù, ma nello stesso tempo ogni generazione deve trovare tra i suoi figli coloro che consolano, che riparano, che pregano e che soffrono con Gesù e per Gesù a favore delle anime, soprattutto in questa settimana della Passione del Signore.
Domenica, 10 aprile 2022