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“Le troppe contraddizioni che hanno disarmato l’Occidente davanti ai mullah”

23 Settembre 2021 - Autore: Marco Invernizzi

Di Marco Invernizzi da Tempi del 15/09/2021

Il ritiro delle truppe occidentali dall’Afghanistan ha rappresentato un tradimento di tutti i valori della civiltà occidentale oppure è la logica conseguenza di un processo di disgregazione della suddetta civiltà, cominciato secoli fa, proseguito nell’epoca delle ideologie fino ad arrivare a mettere in discussione la stessa concezione naturale e cristiana dell’uomo su cui la civiltà occidentale è stata costruita a partire dalla prima evangelizzazione? Cerchiamo di capire meglio. Che cosa sarebbe la civiltà occidentale? La civiltà costruita progressivamente da secoli di evangelizzazione oppure la civiltà dell’individualismo e delle ideologie che ha ridotto il cristianesimo ad affare privato e messo la Chiesa ai margini dell’Occidente?
Per quale delle due civiltà erano presenti i soldati occidentali in Afghanistan? È una domanda difficile, che penetra in fondo al cuore e interroga ogni persona seria, che crede nell’esistenza di princìpi fondamentali, senza i quali non si può vivere. Questi princìpi non sono occidentali, ma universali, presenti in ogni uomo la cui ragione è in grado di riconoscerli. L’Occidente li ha riconosciuti e li ha portati al vertice delle relazioni sociali con la rivelazione di Cristo, costruendoci attorno una civiltà che poi però ha distrutto, con le diverse rivoluzioni ideologiche della modernità. Della civiltà cristiana e dei suoi valori nell’Occidente di oggi non rimane pressoché nulla, se non dei segni e qualche ristretto ambiente che ancora continua a farvi riferimento, per lo più legato a esperienze vive nate in seno alla Chiesa cattolica. Oltretutto l’Afghanistan è un paese completamente islamico. In nome di cosa si è potuto, vent’anni fa, combattere in quel paese il fondamentalismo dei talebani e così offrire un’alternativa al popolo afghano? Nel 2001 l’Occidente subì un attacco da parte del terrorismo islamico nel cuore degli Stati Uniti. Tutti i paesi occidentali reagirono organizzando una coalizione che andò in Afghanistan per debellare la presenza terroristica di Al Qaeda in quel paese, dalla quale erano scaturiti gli atti terroristici. Era in gioco uno dei valori su cui era cresciuta la civiltà occidentale: la libertà e precisamente la libertà religiosa che i talebani rifiutavano imponendo a un popolo una visione fondamentalista dell’islam. Attenzione, non si trattava e non si deve pensare di imporre un’altra religione a quella islamica imposta dai talebani, ma di permettere agli afghani non talebani di vivere la loro fede islamica senza imposizioni e fondamentalismi. Questo lo avevano capito i combattenti dell’Alleanza del Nord, in particolare il comandante tagiko Massoud, che infatti già durante la lotta contro la dominazione sovietica chiedevano all’Occidente di essere aiutati, non sostituiti. Il cristianesimo, ma anche la retta ragione, insegnano che la fede, qualsiasi essa sia, non si impone ma si offre alla libertà dei singoli e dei popoli. Tuttavia lo stesso Occidente che interveniva in Afghanistan per difendere un valore, negava al suo interno tanti altri princìpi altrettanto basilari come quello che andava a difendere contro i talebani. Alla fine la contraddizione non ha retto. Bisogna credere in qualcosa di più grande della vita terrena per sacrificare quest’ultima in nome della solidarietà. Solidarietà che in questo caso avrebbe dovuto essere l’amore per un popolo lontano e molto diverso, ma meritevole della libertà di non subire un’imposizione ideologica, violenta e contro natura.

La richiesta inascoltata di Massoud

Se l’Occidente vuole ritornare a essere un faro per il mondo, non per imporre la propria civiltà ma per difendere i princìpi universali scritti nella natura di ogni uomo, sa dove andare a recuperare nella propria storia le ragioni che ha perduto strada facendo. Così facendo troverà le risorse per aiutare i popoli più poveri nel modo migliore, senza imporre la propria cultura ma senza rinunciare a difendere la giustizia e i princìpi fondamentali del diritto naturale. Vent’anni fa, pochi mesi prima di essere assassinato da due terroristi di Al Qaeda, il comandante Massoud aveva chiesto questi aiuti parlando di fronte al Parlamento europeo, ma non venne ascoltato. Speriamo che oggi suo figlio Ahmad, che sembra volere riprendere la stessa battaglia per la libertà, riceva maggiore attenzione.

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