Mt 25,1-13è un invito a convertirci hic et nunc per non perdere l’incontro con lo Sposo.
di Michele Brambilla
«Il brano del Vangelo di questa domenica (Mt 25,1-13)», dice Papa Francesco nell’introduzione all’Angelus dell’8 novembre, «ci invita a prolungare la riflessione sulla vita eterna, iniziata in occasione della Festa di Tutti i Santi e della Commemorazione dei fedeli defunti. Gesù narra la parabola delle dieci vergini invitate a una festa nuziale, simbolo del Regno dei cieli». Come spiega il Pontefice, «ai tempi di Gesù c’era la consuetudine che le nozze si celebrassero di notte; pertanto il corteo degli invitati doveva procedere con le lampade accese. Alcune damigelle sono stolte: prendono le lampade ma non prendono con sé l’olio; quelle sagge, invece, assieme alle lampade prendono anche dell’olio». Purtroppo «lo sposo tarda, tarda a venire, e tutte si assopiscono», ma a mezzanotte (è il motivo per cui la Messa nella Notte di Natale è celebrata a quell’ora) si alza improvvisamente il grido: «ecco lo sposo» (Mt 25,6). Le vergini sagge sono subito in grado di andare incontro al Re, mentre quelle stolte arrivano in ritardo all’appuntamento fatidico e non possono entrare al banchetto nuziale.
Secondo il Papa, «è chiaro che con questa parabola, Gesù ci vuole dire che dobbiamo essere preparati all’incontro con Lui. Non solo all’incontro finale, ma anche ai piccoli e grandi incontri di ogni giorno in vista di quell’incontro, per il quale non basta la lampada della fede, occorre anche l’olio della carità e delle opere buone», come insegna il concilio di Trento (1545-63). «La fede che ci unisce veramente a Gesù», ribadisce il Santo Padre, «è quella, come dice l’apostolo Paolo, “che si rende operosa per mezzo della carità” (Gal 5,6). È ciò che viene rappresentato dall’atteggiamento delle ragazze sagge. Essere saggi e prudenti significa non aspettare l’ultimo momento per corrispondere alla grazia di Dio, ma farlo attivamente da subito, cominciare da adesso». Non si può dilazionare la propria conversione quando Cristo ci chiede di deciderci per Lui hic et nunc, nelle circostanze della vita quotidiana.
È così che visse il nuovo beato Joan Roig y Diggle (1917-36), un giovane catalano di 19 anni martirizzato dalle forze repubblicane durante la Guerra civile spagnola (1936-39): come ricorda lo stesso Pontefice, «fu testimone di Gesù nell’ambiente di lavoro e rimase a Lui fedele fino al dono supremo della vita. Il suo esempio susciti in tutti, specialmente nei giovani, il desiderio di vivere in pienezza la vocazione cristiana» lì dove Cristo ci chiama a servirlo.
Il Papa ricorda anche altre situazioni che richiamano la sua attenzione: «vedo lì una bandiera, che mi fa pensare alle popolazioni dell’America Centrale, colpite nei giorni scorsi da un violento uragano, che ha causato molte vittime e ingenti danni, aggravati anche dalla situazione già difficile per la pandemia». Francesco pensa anche al riacutizzarsi degli scontri interetnici in Etiopia e di quelli politici in Libia, ma rammenta anche che «si celebra oggi in Italia la Giornata del Ringraziamento, sul tema “L’acqua, benedizione della terra”. L’acqua è vitale per l’agricoltura, è anche vitale per la vita! Sono vicino con la preghiera e l’affetto al mondo rurale, specialmente ai piccoli coltivatori. Il loro lavoro è più che mai importante in questo tempo di crisi», che sospinge gli acquisti a “km 0”.
Lunedì, 9 novembre 2020