Di Matteo Matzuzzi da Il Foglio del 16/07/2022
Roma. Premette, l’Economist, che il Papa non segue i consigli dei giornali ma che, data la gravità della situazione, sarebbe meglio che lo facesse. In particolare, sarebbe meglio che ascoltasse proprio quanto l’Economist gli suggerisce in un articolo pubblicato nell’ultimo numero per far fronte alla grave crisi degli abusi sessuali di cui sono responsabili membri del clero. Il retroterra è noto, si elencano numeri e statistiche. Quel che sorprende è il procedere logico dello storico settimanale britannico. Infatti, dato per assodato che “l’istituzione tace regolarmente”, a causa dei “fallimenti della Chiesa” “gli abusi prosperano”. Per carità, è pur vero che “la Chiesa sta lavorando per correggere le sue mancanze, ma non sarà abbastanza”. Il punto, si osserva, è che i crimini derivano pressoché esclusivamente dal fatto che i preti non si possono sposare, dunque “se i cattolici vogliono ridurre il flagello degli abusi sessuali da parte dei sacerdoti, dovrebbero chiedere la fine della regola che richiede il celibato”. Ma c’è di più: “Rinunciare al sesso, al romanticismo, alla possibilità di creare una famiglia è un sacrificio troppo grande”, e il rischio è quello della “pedofilia”, visto che “la società richiede ai preti di sopprimere i loro impulsi”. Brutta situazione: “Alcuni diventano sacerdoti sperando sinceramente che una vita spirituale possa essere d’aiuto. Altri, senza dubbio (sic), lo fanno perché il sacerdozio offre la possibilità di abusare”. Troppo semplicistico? Più che altro, totalmente fuori dalla realtà. Non è necessario ribadire che gli abusi in ambito per così dire “ecclesiastico” corrispondono alla parte più infinitesimale, se si considerano anche gli abusi nello sport e in famiglia, e che quelli commessi da chierici sono i più indagati e puniti (non passa settimana che un’indagine, indipendente o ordinata dai vescovi, sia divulgata). C’è un pregiudizio evidente, nell’analisi dell’Economist, ancora più sospetto perché proviene da un giornale inserito in una realtà dove scandali analoghi non sono infrequenti neppure nelle austere sale parlamentari. La credibilità dell’analisi preparata per Papa Francesco, poi, crolla allorché si cita il Vangelo per dimostrare che nessuno ha imposto il celibato e si sottolinea l’esempio positivo dei protestanti: questi ultimi, infatti, “mostrano che il clero sposato può avere successo. Il matrimonio può portare i sacerdoti a essere più vicini ai loro parrocchiani”. Si spera che non finisca nella mazzetta dei padri sinodali.