Monaldo Leopardi e il vaccino contro il vaiolo
Può avere un senso, in termini di attualità, occuparsi oggi, quando i nostri pensieri sono presi dalle attribuzioni a zona rossa, arancione o gialla e da altre preoccupazioni legate all’imperante epidemia, occuparci di un personaggio fuori dal tempo odierno, come Monaldo Leopardi (1776 – 1847)? Padre del più noto Giacomo, è per giunta personaggio bollato, da un certo imperante conformismo culturale, come ottuso reazionario.
Risponde a questa domanda, per di più smentendo facili stereotipi, un documentato saggio di Valentina Sordoni: “«L’immortale britanno» Monaldo Leopardi e il vaccino contro il vaiolo”.
Il protagonista del saggio viene definito, introducendo il tema, come “Spirito colto, controverso ed eclettico” e infatti le prime pagine del volume delineano un personaggio lontano dagli stereotipi cui accennavamo. I suoi interessi si orientavano principalmente alla polemica politica e culturale. Infatti, come giornalista della “Voce della ragione”, scriveva nel ruolo di polemista, ma non disdegnava di occuparsi dell’amministrazione pubblica e delle scienze naturali.
Quanto all’amministrazione, si fece promotore presso le autorità dello Stato Pontificio, dove la natia residenza di Recanati si trovava e dove andrà anche a ricoprire la carica civile di gonfaloniere, di riforme tese a rendere l’amministrazione stessa più efficiente e aderente a un criterio di giustizia. Quanto agli interessi scientifici, visti non solo come le curiosità intellettuali di una mente abituata a spaziare, percepiva invece la possibilità di una loro ricaduta sul benessere generale della popolazione. Ne è esempio lo sforzo di introdurre la coltura della patata, nel novero di più ampi interessi agronomici, al fine di assicurare un alimento di buona disponibilità, conservabile e di facile coltivazione.
Dopo queste considerazioni, l’autrice si concentra sugli interessi di Monaldo per la medicina, della quale egli ha una chiara visione, che oggi definiremo bioetica: “La medicina adunque, sforzandosi di custodire la vita e la salute degli uomini, secondava gl’istinti della natura, soccorreva l’uomo nell’adempimento del proprio debito [un debito rigoroso di religione] e poteva considerarsi come la più naturale delle magistrature, come una specie di sacerdozio, e come la più utile e rispettabile di tutte le scienze, tolto quelle che trattano direttamente della divinità” come recita il suo saggio “La città della filosofia”.
Questi interessi si riflettevano naturalmente nel patrimonio della celebre biblioteca di famiglia, o meglio nella “libreria” come egli stesso la definiva, oggi ancora preservata in integro nel palazzo di famiglia.
Il saggio si addentra poi nel tema specifico, ovvero la lotta contro il vaiolo, malattia virale – come non percepirne l’attualità – che imperversava allora con esiti che, anche quando non fossero stati mortali, avrebbero lasciato quanto meno deturpanti cicatrici sulla pelle delle malcapitate vittime, fino ad alterarne la fisionomia. All’alba del XIX secolo Edward Jenner (1749 – 1823), “L’Immortale Britanno” del titolo, aveva però già individuato la possibilità di una efficace profilassi nei confronti del vaiolo umano mediante l’inoculazione del contagio da vaiolo bovino, o vaccino, da cui l’odierno termine di “vaccinazione”. Ebbene Monaldo, perfettamente al corrente di ciò, non esita già nel 1801 a vaccinare i figli, seguendo poi con acribia scientifica gli esiti, documentati nei suoi diari con straordinaria attenzione e proprietà di linguaggio.
Nel successivo quarto di secolo il conte Leopardi si adoprerà per diffondere la pratica in tutta la regione circostante, con qualche difficoltà, ma anche con successo, come il saggio della Sordoni ben documenta. La fiducia nell’efficacia della profilassi vaccinale rimarrà ben viva nella famiglia Leopardi, come anche la corrispondenza di Giacomo ci testimonia.
Un precursore, quindi, se pensiamo che solo nel 1888 la vaccinazione diverrà obbligatoria nel Regno d’Italia.
Il volume, dotato di numerose appendici, ci gratifica anche con un breve ed erudito saggio di Monaldo – un reazionario illuminato, come lo definisce l’autrice – dal titolo “Ragionamento accademico in lode del vajuolo”.
Un saggio caratterizzato da ampio e documentatissimo apparato critico e bibliografico, ma che ci riserva anche una narrazione storica avvincente e scorrevole.
Categoria: Saggio
Autore: Valentina Sordoni
Pagine: 124 pp
Prezzo: € 16,00
Anno: 2020
Editore: Edizioni di storia e letteratura, Roma
EAN: 9788893594592