di Andrea Arnaldi
Il sito di Alleanza Cattolica inaugura una nuova rubrica: si chiama Lo Scaffale ed è dedicata alle segnalazioni librarie.
Non si tratta, cioè, di recensioni vero nomine, ma, appunto, di brevi schede con cui vengono segnalati libri ritenuti utili, soprattutto ma non necessariamente in senso positivo, e la cui lettura è quindi raccomandata. Sono, insomma, brevi inviti alla lettura che intendono enfatizzare il senso e l’utilità di alcuni testi, nella consapevolezza che il libro continui a svolgere, pur nell’epoca convulsa della digitalizzazione, un ruolo insostituibile e degno di essere difeso.
Un antico detto monastico suggella da molti anni le recensioni librarie pubblicate sull’organo ufficiale di Alleanza Cattolica, Cristianità: «Una casa senza libreria è come una fortezza senza armeria». Il libro è infatti un’arma, di difesa e di attacco, da tenere nella massima considerazione proprio nell’epoca del pensiero debole, della società liquida e coriandolare, dell’eccesso d’informazioni sempre più numerose e superficiali che danno l’illusione, ma solo quella, di avere compreso una questione, studiato una tematica e impostato compiutamente un problema.
Lo spiega molto bene san Giovanni Bosco (1815-1888) nella celebre circolare indirizzata alla famiglia salesiana il 19 marzo 1885 relativa alla diffusione dei buoni libri:
«Io non esito a chiamare Divino questo mezzo, poiché Dio stesso se ne giovò a rigenerazione dell’uomo. Furono i libri da esso ispirati che portarono in tutto il mondo la retta dottrina. […]
Tocca adunque a noi imitare l’opera del Celeste Padre. I libri buoni, diffusi nel popolo, sono uno dei mezzi atti a mantenere il regno del Salvatore in tante anime. I pensieri, i principii, la morale di un libro cattolico sono sostanza tratta dai libri divini e dalla tradizione Apostolica. Sono essi tanto più necessari in quanto che l’empietà e la immoralità oggigiorno si attiene a quest’arma, per fare strage nell’ovile di Gesù Cristo, per condurre e per trascinare in perdizione gli incauti e i disobbedienti. Quindi è necessario opporre arma ad arma. Aggiungete che il libro, se da un lato non ha quella forza intrinseca della quale è fornita la parola viva, da un altro lato presenta vantaggi in certe circostanze anche maggiori.
Il buon libro entra persino nelle case ove non può entrare il sacerdote, è tollerato eziandio dai cattivi come memoria o come regalo.
Presentandosi non arrossisce, trascurato non s’inquieta, letto insegna verità con calma, disprezzato non si lagna e lascia il rimorso che talora accende il desiderio di conoscere la verità; mentre esso è sempre pronto ad insegnarla. Talora rimane polveroso sovra un tavolino o in una biblioteca. Nessuno pensa a lui. Ma vien l’ora della solitudine, o della mestizia, o del dolore, o della noia, o della necessità di svago, o dell’ansia dell’avvenire, e questo amico fedele depone la sua polvere, apre i suoi fogli, e si rinnovano le mirabili conversioni di S. Agostino, del Beato Colombino e di S. Ignazio.
[…] Un libro in una famiglia, se non è letto da’ colui a cui è destinato o donato, è letto dal figlio o dalla figlia, dall’amico o dal vicino. Un libro in un paese talora passa nelle mani di cento persone. Iddio solo conosce il bene che produce un libro in una città, in una biblioteca circolante, in una società d’operai, in un ospedale, donato come pegno di amicizia».