Di Michele Brambilla
«Il Vangelo di oggi (cfr Lc 19,1-10)», dice Papa Francesco durante l’Angelus del 3 novembre (XXXI domenica del Tempo ordinario), «ci pone al seguito di Gesù che, nel suo cammino verso Gerusalemme, fa tappa a Gerico». In quel luogo, secondo gli archeologi una delle città più antiche dell’umanità (l’insediamento umano risalirebbe infatti al Neolitico), «c’era tanta folla ad accoglierlo, tra cui un uomo di nome Zaccheo, capo dei “pubblicani”, cioè di quei giudei che riscuotevano le tasse per conto dell’impero romano. Egli era ricco non grazie a un onesto guadagno, ma perché chiedeva la “tangente”, e questo aumentava il disprezzo verso di lui».
A spingere Zaccheo, inizialmente, è una semplice curiosità. «Zaccheo “cercava di vedere chi era Gesù” (Lc 19,3); non voleva incontrarlo, ma era curioso: voleva vedere quel personaggio di cui aveva sentito dire cose straordinarie. Essendo basso di statura, “per riuscire a vederlo” (Lc 19,4) sale su un albero. Quando Gesù arriva lì vicino, alza lo sguardo e lo vede (cfr v. Lc 19,5)». Per nulla scoraggiato dalla triste fama del personaggio e dal gesto involontariamente esibizionista di arrampicarsi sull’albero, il Signore non esita ad auto-invitarsi a casa di Zaccheo. «E questo è importante: il primo sguardo non è di Zaccheo, ma di Gesù, che tra tanti volti che lo circondavano – la folla – , cerca proprio quello». Il Papa evidenzia come Dio ci ami singolarmente, estende la Sua misericordia a ciascuno di noi. Zaccheo è meravigliato e conquistato da questo sguardo personale: «lo sguardo misericordioso del Signore ci raggiunge prima che noi stessi ci rendiamo conto di averne bisogno per essere salvati. E con questo sguardo del divino Maestro comincia il miracolo della conversione del peccatore». Come in questo caso.
Molti degli astanti, vedendo il Rabbi entrare nella casa di un peccatore conclamato, si scandalizzano. Forse, ammette Francesco, «anche noi saremmo rimasti scandalizzati da questo comportamento di Gesù» se fossimo stati ebrei di Gerico del I sec. d.C., ma non è forse quello che facciamo abitualmente quando guardiamo dall’alto in basso molte persone dalla vita “incasinata” che bussano alle nostre parrocchie? «Ma il disprezzo e la chiusura verso il peccatore non fanno che isolarlo e indurirlo nel male che compie contro sé stesso e contro la comunità», perché se pure coloro che si presumono “buoni” si dimostrano molto “cattivi” nei suoi confronti chi e cosa potranno mai salvarlo?
Allora «l’accoglienza e l’attenzione di Gesù nei suoi confronti portano quell’uomo a un netto cambiamento di mentalità», che deve essere anche nostro. «La Vergine Maria ci ottenga la grazia di sentire sempre su di noi lo sguardo misericordioso di Gesù, per andare incontro con misericordia a quelli che hanno sbagliato, perché anche loro possano accogliere Gesù, il quale “è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto” (Lc 19,10)».
Lunedì, 4 novembre 2019