Da Avvenire dell’11/01/2022
Ha vinto non una, ma due volte. L’opposizione, riunita nella Mesa de unidad democrática (Mud), ha strappato di nuovo il Barinas al chavismo che proprio in questa regione ha le sue origini storiche e simboliche. Là, nella città di Sabaneta, 68 anni fa, nacque l’artefice della Rivoluzione bolivariana. E là la famiglia di Hugo Chávez ha governato ininterrottamente negli ultimi due decenni. Fino a domenica, quando il genero e collaboratore politico del defunto presidente, Jorge Arreaza, con il 41,2 per cento, è stato battuto di oltre 14 punti dal rivale Sergio Garrido, arrivato al 55,3 per cento. A nulla è valso, dunque, l’annullamento, da parte del Tribunale di giustizia, delle prime elezioni, celebrate il 21 novembre insieme alle altre amministrative, e l’inabilitazione del vincitore della Mud, Freddy Superlano. Allora, quest’ultimo aveva ottenuto più un punto in più di Argenis Chávez, fratello di Hugo. Una sconfitta comunque bruciante per il governo di Nicolás Maduro che ha rifiutato di accettarla. Una settimana dopo, i comizi sono stati invalidati e Superlano messo fuori gioco, insieme ad altri possibili candidati forti della Mud, come Aurora Silva e Julio César Reyes. La mossa, però, si è rivelata un boomerang: Garrido ha ottenuto 70mila voti in più rispetto a Superlano, anche grazie a un aumento dell’affluenza che ha raggiunto il 52 per cento, sei punti in più rispetto al 21 novembre. Eppure il chavismo non aveva lesinato energie né risorse per vincere: Maduro aveva spedito nel Barinas i suoi principali ministri e 25mila tra militari e poliziotti.
Nei “ranchos” della regione – così si chiamano in Venezuela le baraccopoli – erano ritornati i camion carichi di pacchi cibo ed elettrodomestici da regalare agli abitanti, i distributori erano stati riforniti di benzina, introvabile nel resto del Paese. Tutto inutile. La sconfitta è stata riconosciuta dallo stesso Ardeaza in anticipo rispetto alla comunicazione dei risultati. Il Barinas, dunque, si somma agli altri tre Stati – su 24 – sotto l’egida oppositrice: Zulia, Guárico e Nueva Esparta. Al risultato si deve aggiungere la conquista di un terzo dei Comuni. Un segnale importante per la Mud, ritornata alle urne dopo oltre sei anni di boicottaggio. La decisione di partecipare alle amministrative aveva suscitato forti tensioni all’interno del fronte anti-chavista. Divisioni e polemiche sono state un potente freno a un possibile exploit dello schieramento. Il Barinas è stata l’eccezione: qui, l’opposizione è riuscita a presentarsi compatta. E la strategia è stata premiata. Ora resta da capire se la Mud sarà in grado di trasformare questo successo in un orizzonte in vista delle presidenziali del 2024. O se, invece, le spaccature, ancora una volta, prevarranno.