9 GIUGNO 2024
PER QUALE EUROPA?
Quale Unione Europea dobbiamo auspicare? Quella dei popoli e delle nazioni, o quella delle élites burocratiche di Bruxelles? L’Europa degli Stati o gli Stati Uniti d’Europa?
Bisogna uscire dalla falsa alternativa fra “europeisti” ed “euroscettici”. Criticare l’invasività degli organi dell’Unione Europea (UE) è legittimo e doveroso, ma non può seriamente accompagnarsi a prospettive di Italexit. L’Italia ha bisogno dell’Europa così come l’Europa ha bisogno dell’Italia perché soltanto l’Europa unita può competere con le grandi aggregazioni mondiali.
L’unione dei Paesi europei inizia alla fine della Seconda guerra mondiale per superare le ragioni di scontro fra le due rive del Reno (Francia e Germania), per impedire il ritorno dei nazionalismi che avevano portato ai due conflitti mondiali e alla guerra civile europea (1914-1945). Si trattò di un modello che potremmo definire conservatore: un impegno a preservare la pace e la stabilità partendo dalla realtà concreta. Nulla a che vedere con il modello ideologico del Manifesto di Ventotene.
La bandiera blu con le dodici stelle della Madonna aveva provato a recuperare l’originaria identità della Cristianità europea, poi dimenticata e sacrificata in nome dell’economicismo dei Trattati di Maastricht (1992) e di Amsterdam (1997) sull’altare del libero scambio e della moneta unica. Le radici giudaico-cristiane vennero quindi espunte dalla Costituzione europea approvata dopo il Trattato di Nizza (2001), ma mai entrata in vigore in seguito all’esito negativo dei due referendum del 2005 in Francia e nei Paesi Bassi.
Il 9 giugno si tratta di scegliere fra chi vuole un’Unione Europea sussidiaria e dunque rispettosa delle prerogative nazionali e chi invece predilige il paradigma centralista che impone dall’alto le scelte tecnocratiche e non democratiche (ideologia gender, ecologismo ambientalista e “nuovi diritti”), contro gli stessi princìpi su cui si fondano i trattati istitutivi di Lisbona del 2007 di attribuzione e di sussidiarietà.
Per ridare slancio all’Europa unita occorre rinforzare il fecondo dialogo, anche quando ha la forma del contrasto, fra le istanze nazionali e quelle comunitarie, favorendo e non soffocando la rappresentatività delle prime.
Va, dunque, recuperata l’intuizione dei padri fondatori, che si sforzava di superare la devastazione dell’Europa a causa dei nazionalismi distruttivi e dei conflitti per il controllo delle risorse, oggi prepotentemente ritornati in auge con la guerra che la insanguina in seguito all’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina.
L’Unione Europea deve diventare sempre più un modello per armonizzare le diverse tradizioni statali e politiche dei suoi membri in un contesto di cooperazione e integrazione. E’ il tentativo ambizioso di rispondere a questioni che trascendono i confini nazionali, mantenendo al contempo il rispetto per l’autonomia e le identità di ciascun membro, nello sforzo di non accentuare il deficit di reale partecipazione al funzionamento delle istituzioni europee.
Tanta Unione Europea quanto è necessaria
Tanto Stato nazionale quanto è possibile
Domenica, 17 marzo 2024
San Patrizio, Vescovo