Maometto, di Massimo Campanini, uno dei maggiori conoscitori dell’islam e della storia del Medio Oriente, viene ad aggiungersi alle numerose biografie sull’iniziatore dell’islam. L’autore, consapevole delle tante difficoltà che si presentano a chi vuole ricostruire la vita del profeta dell’islam, non pretende di offrire scoperte sensazionali, ma ripercorre con serietà critica i momenti salienti della sua storia e approfondisce coscienziosamente i documenti oggi in nostro possesso.
Il testo presenta un’Introduzione (pp. 7-9) e un articolato Prologo sulle fonti di riferimento (pp. 10-19), per poi svilupparsi in 5 capitoli, una conclusione (p. 207), una cronologia della vita del Profeta (pp. 237-239) e infine una bibliografia di riferimento molto utile per ampliare le proprie conoscenze sul tema (pp. 240-245).
Nel primo capitolo (pp. 20-39) l’autore affronta la situazione dell’Arabia al tempo di Muhammad per poter poi introdurre nel secondo capitolo (pp. 40-78) gli anni dell’infanzia e della gioventù del Profeta fino al momento della rivelazione e delle relative difficoltà nell’annuncio del nuovo credo ai suoi concittadini meccani.
Il crescere delle ostilità nei suoi confronti e la fuga a Medina – l’Egira, anno da cui parte il computo della storia nella cultura islamica –, che determinano il radicale cambiamento di prospettiva religiosa e politica da parte di Muhammad, sono affrontati nel terzo capitolo (pp. 79-140).
La parte più interessante, tuttavia, sono i capitoli IV (“Muhammad tra storia e fede”, pp. 141-172) e V (“L’eredità politica: lo stato islamico e il califfato”, pp. 173-204).
Nel quarto capitolo l’autore tenta un confronto con altre esperienze religiose nate da una rivelazione – l’ebraismo e il cristianesimo – mettendo in risalto alcune analogie e molte differenze. Prendendo spunto dalle fonti coeve cerca di offrire una visione dell’islam con gli occhi dei musulmani dei primi secoli. Nel capitolo quinto invece l’autore sottolinea con maggior vigore la trasformazione subita dall’islam a partire dai primi califfi, soprattutto dal periodo di Uthman, quando iniziano i contrasti che termineranno con un vero scontro armato sotto il successore Alì.
L’autore sembra voler suggerire l’esistenza di due diverse prospettive, una religiosa e sociale realizzata Muhammad vivente, e una più politica nata con i suoi successori. Non mi riconosco in questa linea interpretativa, convinta che la dimensione politica e militare sia una componente presente nel codice genetico della rivelazione coranica, ma sottolineo l’affermazione dell’autore “la fitna al-kubrā [la ribellione di parte dei fedeli sotto il califfato di Alì] è stata un fenomeno di profondo significato teologico-politico, un conflitto che ha fatto dell’islam una religione politica – cosa che prima l’islam non era” (p. 199). Tesi ribadita nelle conclusioni dove applica all’islam la categoria di teocentrismo piuttosto che di teocrazia venendo a mancare – almeno nel mondo sunnita – una gerarchia ecclesiastica, per concludere: “Il teocentrismo islamico piuttosto implica che Dio, e non l’uomo o una qualsiasi istituzione umana, pur universalistica come una Chiesa, si colloca al centro di ogni realtà antropologica e sociale” (p. 207).
L’intenzione dell’autore di comprendere la figura del Profeta “nelle sue molte, apparentemente contraddittorie, sfaccettature, sine ira et studio” per offrire al lettore la ricostruzione di una personalità certamente cruciale nella storia umana senza precomprensione “vuoi apologetica vuoi aprioristicamente denigratoria” (p. 207) rende il testo una fonte di documentazione preziosa.
Il testo, che si presenta come una ricerca approfondita e documentata, ricco di note e riferimenti a documenti antichi e moderni, è una utile lettura per chi vuole conoscere in modo serio le origini dell’islam.
Categoria: Biografia
Autore: Kevin Vost
Pagine: 256 pp
Prezzo: € 19,00
Anno: 2020
Editore: Salerno Editrice, Roma
EAN: 9788869734656