Un’immaginetta tradizionale ritrae Maria con Gesù Bambino in braccio e in calce l’invocazione Mater Sanctae Spei, ora pro nobis.
L’immagine di Maria con Gesù in braccio dice tutto sul suo essere madre della speranza. La speranza vera è Gesù, il Gesù Dio e il Gesù uomo che Maria ha accolto nel suo grembo dicendo il “sì” sincero e generoso all’angelo. «Quel “sì” è il primo passo di una lunga lista di obbedienze!» dice il Papa nell’udienza di ieri mattina, lunga lista di eventi che coinvolgono Maria che spesso non ha piena consapevolezza di quanto sta accadendo ma che accoglie tutto con fiducia e medita nel suo cuore. Maria non è una donna che si spaventa, che si deprime di fronte alle difficoltà, è una donna che sa di aver detto il suo “sì” a Dio e che rimane ferma nella sua piena apertura alla grazia.
Maria è donna silenziosa, resta sullo sfondo dei Vangeli, sospesa in quel “meditava tutte queste cose nel suo cuore” per poi ricomparire con tutta la sua fermezza nel giorno del buio, del dolore, della tragedia. Maria è sotto la croce, sul calvario. È lì, “stava” dicono i Vangeli, è presente, è ferma a soffrire con il Figlio. Sottolinea il Papa che «Stava lì, nel più brutto momento, nel momento più crudele, e soffriva con il figlio. “Stava”.»
Non sappiamo quanto avesse capito del sacrificio del Figlio, non sappiamo quanto sapesse, ma sappiamo che, come ogni madre, soffriva nel vedere il Figlio soffrire, moriva dentro a vedere suo figlio morire. E Maria è lì, ferma, accanto ad ogni figlio che soffre nella storia. Come Cristo ha preso su di sé tutti i peccati degli uomini, così Maria ha preso su di sé tutti i figli di questo mondo, ne è diventata madre proprio sotto la Croce, e Lei non tradisce mai. È presente, accompagna, sostiene, conforta, aiuta, fedele per sempre al suo compito di madre. Esattamente come nel primo giorno della Chiesa, «lei, madre di speranza, in mezzo a quella comunità di discepoli così fragili: uno aveva rinnegato, molti erano fuggiti, tutti avevano avuto paura (cfr At 1,14). Ma lei semplicemente stava lì, nel più normale dei modi, come se fosse una cosa del tutto naturale: nella prima Chiesa avvolta dalla luce della Risurrezione, ma anche dai tremori dei primi passi che doveva compiere nel mondo.»
Sotto la Croce si poteva pensare che il regno di Cristo fosse “finito prima di cominciare”, invece era esattamente il contrario: attorno alla Vergine Maria, Madre della speranza, il regno «iniziava in quell’ora e non avrebbe avuto mai fine» (Spe Salvi, n. 50) .
Maria è madre della speranza perché è fisicamente, materialmente madre di Cristo. Con Cristo la speranza vera, quella dagli orizzonti infiniti, quella che ci fa intravedere la pochezza di questa vita facendo brillare, forse solo a sprazzi, un’altra vita, più reale della vita “reale”, è entrata nel mondo.
Lei ha accompagnato Gesù sul Calvario, Lei lo ha accolto resuscitato, Lei ha abbracciato la Chiesa nascente, Lei oggi accoglie me, le mie lacrime, le mie paure, le mie speranze perché «ci insegna la virtù dell’attesa, anche quando tutto appare privo di senso: lei sempre fiduciosa nel mistero di Dio, anche quando Lui sembra eclissarsi per colpa del male del mondo» e dice al mio cuore “Alzati! Guarda avanti, guarda l’orizzonte”, Gesù ha vinto il mondo!
Silvia Scaranari