Di Antonella Mariani da Avvenire del 06/04/2024
Entro la fine dell’anno avremo la legge che definisce la surrogazione di maternità reato universale». Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, lo dice al termine di un incontro all’Università Lumsa, dove per tutta la giornata di ieri e ancora oggi decine di esperti provenienti dai 5 continenti discutono di Gestazione per altri (Gpa) nell’ambito di una vasta coalizione, la Dichiarazione di Casablanca, che chiede l’abolizione internazionale della pratica. Va in questa direzione il disegno di legge, prima firmataria Carolina Varchi (Fdi), approvato alla Camera lo scorso luglio e ora atteso in Senato. Roccella si dice ottimista ed esprime la sua convinzione su tempi piuttosto rapidi. Entro pochi mesi dunque l’Italia potrebbe passare alla storia come il primo e finora unico Paese al mondo a definire l’utero in affitto un reato universale, quindi perseguibile dovunque sia commesso da un cittadino italiano. Del resto la stessa Corte Costituzionale in una sentenza del 2017 aveva definito la Gpa lesiva della dignità della donna e dannosa per le relazioni umane. «La Gpa non è la libertà di qualcuno, ma un danno per tutti», ha ribadito Roccella, rispondendo indirettamente alla mobilitazione di segno opposto organizzata tempestivamente ieri dall’Associazione Coscioni con le Famiglie Arcobaleno per la liberalizzazione della surrogata “solidale’: «Non esiste una Gpa solidale, è una contraddizione in termini. Esiste sempre un’organizzazione commerciale: cliniche, mediatori, avvocati. Tutto ha un prezzo. E quando c’è un contratto ci sono obblighi, penali, sanzioni: il contrario dell’altruismo». Su questo non ci sono dubbi: impossibile trovare una qualsiasi «dimensione etica della maternità surrogata – insiste Adriano Bordignon, presidente del Forum delle associazioni familiari – : il bambino diventa un oggetto che può essere scomposto nelle sue parti in qualunque luogo del pianeta e poi assemblato nel corpo di una donna. Sia la spedizione degli embrioni in giro per il mondo che l’uso dell’utero della donna, sono già di per sé elementi eticamente inammissibili». All’incontro è intervenuto anche il sottosegretario per i Rapporti con lo Stato della Santa Sede, monsignor Miroslaw Wachowski, che ha ricordato come la questione centrale sia la dignità della donna e del bambino. La battaglia per l’abolizione della Gestazione per altri non è solo dei cattolici, ma è una «battaglia di dignità», che deve coinvolgere «persone di estrazione, fede e origine diverse».
Il business del resto cresce incontrollato: la francese Herveline Urcun, analista dell’Osservatorio sulla procreazione assistita, ha stimato in 11 miliardi di dollari il mercato globale dell’utero in affitto nel 2022, che nel 2016 valeva 3,8 miliardi e nel 2027 raggiungerà i 33 miliardi. Un mercato che poggia le sue radici sulla disuguaglianza economica: chi può spendere dai 120mila ai 300miladollari può recarsi negli Stati Uniti, chi invece ha un budget più ristretto ha una vasta scelta di agenzie che propongono contratti con madri surrogate dell’Ucraina, della Georgia, della Grecia e del Kazakistan. La guerra ha solo spostato il “turismo riproduttivo’, ma non l’ha fermato: da madri surrogate ucraine nascono ancora 3mila bambini all’anno.
L’incontro di Roma si concluderà oggi con un altro forte appello alla mobilitazione: non si tratta di regolare la Gpa, ma di lavorare perché scompaia dall’orizzonte delle possibilità.