di Michele Brambilla
«La liturgia di questa quarta domenica di Avvento», esordisce Papa Francesco alla recita dell’Angelus del 23 dicembre, «pone in primo piano la figura di Maria, la Vergine Madre, in attesa di dare alla luce Gesù, il Salvatore del mondo. Fissiamo lo sguardo su di lei, modello di fede e di carità; e possiamo chiederci: quali erano i suoi pensieri nei mesi dell’attesa?». Probabilmente quelli di ogni madre che aspetti un bambino, ma in più aveva la consapevolezza di stare “accompagnando” nel mondo il Messia di Israele.
«La risposta» alla domanda posta sopra, dice il Pontefice, «viene proprio dal brano evangelico di oggi, il racconto della visita di Maria alla sua anziana parente Elisabetta (cfr Lc 1,39-45). L’angelo Gabriele le aveva svelato che Elisabetta aspettava un figlio ed era già al sesto mese (cfr Lc 1,26.36). E allora la Vergine, che aveva appena concepito Gesù per opera di Dio, era partita in fretta da Nazareth, in Galilea, per raggiungere i monti della Giudea, e trovare sua cugina». Quando le due donne hanno modo di abbracciarsi sia Elisabetta sia il piccolo Giovanni Battista nel suo grembo manifestano la fede in Colui che, invece, dimora in Maria, la quale risponde con il Magnificat.
Maria si reca da Elisabetta sospinta dal desiderio di essere utile alla cugina in gravidanza. «Questo episodio ci aiuta a leggere con una luce del tutto particolare il mistero dell’incontro dell’uomo con Dio. Un incontro che non è all’insegna di strabilianti prodigi, ma piuttosto all’insegna della fede e della carità. Maria, infatti, è beata perché ha creduto: l’incontro con Dio è frutto della fede» coadiuvata dalle opere (il Papa menziona l’esempio opposto di Zaccaria, il padre di Giovanni, che per non aver creduto alla possibilità di diventare padre in tarda età è stato ammutolito dall’angelo fino alla nascita del bambino). Era tutta la quotidianità di Maria a parlare della sua fede, prima ancora di diventare protagonista del miracolo dell’Incarnazione del Verbo.
Il messaggio della domenica che precede il Natale è, quindi, quello di invitare tutti i credenti a operare secondo la propria fede sull’esempio della Madonna. Non siamo, certo, immacolati come lei, tuttavia abbiamo ricevuto nel Battesimo una “buona porzione” di Grazia, proveniente direttamente dalla Pasqua di Gesù. «L’evangelista racconta che “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39) da Elisabetta: in fretta, non in ansia, non ansiosa, ma in fretta, in pace. “Si alzò”: un gesto pieno di premura. Avrebbe potuto rimanere a casa per preparare la nascita di suo figlio, invece si preoccupa prima degli altri che di sé stessa, dimostrando nei fatti di essere già discepola di quel Signore che porta in grembo» perché ne mette in pratica la parola e ne diventa il primo apostolo.
Il pensiero del Santo Padre va alle famiglie che si raduneranno in occasione del Natale per festeggiare assieme: per i cristiani l’unione è sempre in vista della missione, pertanto si augura che tutti trovino «[…] nella Chiesa una vera famiglia, dove sperimentare il calore dell’amore fraterno. E a tutti, quanti sono lontani dalla loro famiglia, cristiani e non cristiani, dico: le porte della comunità cristiana sono aperte, Gesù nasce per tutti e dona a tutti l’amore di Dio».