Nato nel 1904 a Campinas – nello Stato di San Paolo, in Brasile -, mons. Antonio de Castro Mayer ha studiato nel seminario minore del Bom Jesus di Piropora e in quello maggiore arcidiocesano di San Paolo, e si è addottorato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Sempre a San Paolo ha insegnato per tredici anni filosofia, storia della filosofia e teologia dogmatica nel seminario centrale Ipiranga.
Nominato canonico del capitolo metropolitano di San Paolo nel 1939, l’anno seguente divenne assistente generale di Azione Cattolica e nel 1942 vicario generale.
Durante tutto questo periodo, fu anche assistente ecclesiastico e collaboratore di O Legionário, organo cattolico che ha esercitato una profonda influenza in tutto il Brasile.
Trasferito, nel 1945, alla carica di vicario economo della parrocchia di San José do Belem, tenne contemporaneamente la cattedra di religione nella facoltà di diritto, e di dottrina sociale cattolica in quella di filosofia, scienze e lettere Sedes Sapientiae della Pontificia Università Cattolica di San Paolo.
Nel 1948 Pio XII gli ha conferito dignità episcopale come ausiliare della diocesi di Campos, di cui nel 1949 è divenuto Vescovo.
In questa veste, mons. Antonio de Castro Mayer ha partecipato al Concilio Ecumenico Vaticano II, nel corso del quale si è segnalato come uno dei leaders della corrente conservatrice. Furono allora particolarmente notati i suoi interventi in difesa del latino nella liturgia; sulla struttura monarchica della Chiesa; sulla conservazione dei privilegi che nell’ordine sociale cristiano devono distinguere la santa Chiesa dalle sette eretiche; e in favore della esplicita condanna del comunismo nello schema della costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo. Sempre durante il concilio, fu uno dei coordinatori delle petizioni di centinaia di Padri conciliari per la consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria e per la condanna del comunismo da parte del concilio.
Un altro aspetto dell’azione del vescovo di Campos è l’appoggio continuo dato alla Sociedade Brasileira de Defesa da Tradição, Familia e Propriedade (TFP).
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Oggi mons. Antonio de Castro Mayer non è solo una delle figure più note del mondo cattolico brasiliano, ma è conosciuto in tutta l’America e in Europa.
La sua fama è soprattutto legata alla qualità dottrinale dei suoi numerosi scritti e principalmente delle sue lettere pastorali, che nel 1971 sono state raccolte in un volume intitolato Por um cristianismo autêntico (Editôra Vera Cruz, San Paolo 1971); ma anche ai numerosi articoli, sulla stampa religiosa e profana, tra i quali hanno particolare importanza quelli scritti per il prestigioso mensile culturale Catolicismo, che si pubblica sotto la sua egida nella diocesi di Campos.
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Di mons. Antonio de Castro Mayer è nota in Italia l’opera Problemi dell’apostolato moderno, lettera pastorale con un catechismo sulle verità opposte agli errori del nostro tempo, che ha avuto due edizioni, una nel 1954 presso l’Istituto Editoriale Bartolo Longo di Pompei, e una nel 1964 presso le Edizioni dell’Albero di Torino.
Lo scritto, cui dedichiamo il presente numero di Cristianità, è stato tradotto da Catolicismo, n. 127, luglio 1961. È anch’esso raccolto alle pp. 119-155 di Por um cristianismo autêntico, e il suo titolo originale suona Carta pastoral prevenindo os diocesanos contra os ardis da seita comunista. Le note mantengono i riferimenti originali, ma i testi citati sono stati riportati da edizioni correnti in Italia.