Di Kristina Berdynskykh da Il Foglio del 11/07/2024
Kyiv. La distanza tra la Crimea e la prigione di Minusinsk, in Siberia, è di oltre 5 mila chilometri. Nariman Dzhelyal, tataro di Crimea, giornalista e politico ucraino, si trova lì dall’autunno del 2023 per scontare una condanna a 17 anni. Prima era stato detenuto per due anni in due diversi centri di detenzione in Crimea. Dzhelyal è uno degli oltre duecento prigionieri politici della Crimea tradotti in carcere dalla Russia negli ultimi dieci anni.
Il 28 giugno scorso, Nariman Dzhelyal è tornato in Ucraina. E’ stato rilasciato nell’ambito del 53° scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina. “Non ho mai dubitato che i miei amici, conoscenti e sconosciuti, avrebbero continuato a lottare per il mio rilascio”, ci dice Dzhelyal in un’intervista, seduto in un confortevole edificio nel centro di Kyiv. E aggiunge che il suo rilascio è stato possibile grazie agli sforzi diplomatici non solo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky ma anche del presidente turco Recep Erdogan.