di Marco Invernizzi
1. La nascita e lesordio a Vicenza
Nato a Chiuppano, in provincia di Vicenza, l8 marzo 1848, in una modesta famiglia colonica, rimasto orfano a soli sette anni, Nicolò Rezzara non può dedicarsi agli studi per le ristrettezze economiche in cui viene a trovarsi e riesce soltanto a seguire gli studi elementari e le scuole tecniche grazie allintervento di uno zio materno, Domenico Fontana, di Vicenza. Comincia così molto presto a guadagnarsi da vivere, entrando come ripetitore e prefetto di camerata nellOrfanotrofio di Vicenza e poi come insegnante nel Collegio Comunale Cordellina Bissari di Vicenza e nel Seminario vescovile, oltre che attraverso ripetizioni private. Nel frattempo, presso luniversità di Padova, ottiene un diploma di abilitazione allinsegnamento secondario, ma è costretto dal clima laicista del Collegio Comunale, dove aveva cominciato a insegnare, ad abbandonare linsegnamento con la fondata speranza di poter entrare in un altro istituto della città, la Scuola Industriale Alessandro Rossi. Ma questultima non lo accoglierà.
A Vicenza, Rezzara partecipa alla fondazione del settimanale cattolico Il Berico, il 29 maggio 1876, e collabora al primo settimanale illustrato Dono di Pasqua, oltre a prender parte alla vita dellAssociazione Cattolica di Vicenza, fondata nel 1869 e guidata dal conte Giuseppe Nicolò Bianchini, e del Circolo San Giuseppe, aggregato il 14 gennaio 1869 alla Società della Gioventù Cattolica Italiana. Rezzara quindi già dimostra le sue capacità organizzative e il suo entusiasmo apostolico nella città veneta, ma non è Vicenza la città in cui sarebbe stato chiamato e svolgere la sua “buona battaglia”.
Nellottobre del 1877, angosciato per labbandono forzato dellinsegnamento nel Collegio vicentino, si reca a Bergamo per partecipare al IV Congresso Cattolico organizzato dallOpera dei Congressi e dei Comitati Cattolici. Pur essendo ancora uno sconosciuto nellambito del movimento cattolico nazionale e anche bergamasco, viene nominato membro del Comitato Diocesano dellOpera dei Congressi, presieduto dal conte Stanislao Medolago Albani (1851-1921), e gli viene anche offerta la possibilità dinsegnare Letteratura e Storia nel Collegio Bartolomeo Colleoni di Bergamo.
Inizia così la sua attività straordinariamente feconda di opere, a livello nazionale ma soprattutto a Bergamo, che diventerà la sua città delezione, dove vorrà anche essere sepolto. Anzitutto incontra, nella scuola dove viene assunto, uno dei suoi principali amici e collaboratori, Giambattista Caironi (1848-1903), che sarà il primo direttore de LEco di Bergamo, il quotidiano cattolico locale promosso da Rezzara e che esce ininterrottamente ancora oggi dal 1° maggio 1880.
2. Il trasferimento a Bergamo, patria delezione
Rezzara è soprattutto un uomo dazione, infaticabile e richiestissimo conferenziere, di buona cultura senza essere un intellettuale come per esempio lamico e compagno di tante battaglie Medolago Albani, anche perché le vicende umane non gli avevano permesso di studiare adeguatamente. Soprattutto per le numerose iniziative e per le opere il suo nome verrà e viene ancora ricordato dai cattolici bergamaschi e italiani, in questo accomunato a quello del beato Giuseppe Tovini (1841-1897) di Brescia, con il quale collaborerà nella terza sezione permanente dellOpera dei Congressi, dedicata a istruzione ed educazione, sostituendolo nella direzione dellopera dopo la sua morte prematura.
Come il beato Tovini, coglie limportanza fondamentale della libertà dinsegnamento e soprattutto della formazione deglinsegnanti cattolici, e così fonda, sempre con Caironi, nel corso dellanno precedente linizio delle pubblicazioni de LEco di Bergamo, il periodico Libertà dInsegnamento. Nel 1881 promuove LOpera delle Cucine Economiche, uniniziativa per combattere la malattia della pellagra, che uccide migliaia di poveri a causa anche della cattiva alimentazione. Vengono attivate, a partire dall11 gennaio 1882, le prime due cucine cittadine, una in Città Bassa e laltra in Città Alta, che permetteranno di dimostrare il reale ed efficace amore per i bisognosi da parte del mondo cattolico del tempo, in unepoca di crescita del movimento socialista.
Forse proprio il profondo legame fra le associazioni militanti e il popolo caratterizza il movimento cattolico bergamasco, testimoniato da questo rapporto scritto riservatamente dal Prefetto della città orobica al ministero deglInterni in occasione del pellegrinaggio del 26 agosto 1882 allurna di santAlessandro, martire del secolo IV e patrono di Bergamo, nel duomo cittadino: “Grandioso è riuscito il pellegrinaggio del partito clericale [sic!] alla tomba di S. Alessandro in Bergamo: oltre cinquantamila devoti vi presero parte, guidati dai parroci, contrassegnati da una croce bianca sul petto, sulla quale era la leggenda: in hoc signo vinces. Al comparire del Vescovo, che in forma solenne, seguìto da altri Vescovi, si dirigeva dallEpiscopio alla Cattedrale traversando Piazza Garibaldi, strana antìtesi con lintitolazione del luogo, quella turba si divideva in due ali e cadeva in ginocchio”.
Nello stesso anno viene nominato membro del Comitato Centrale dellOpera dei Congressi, mentre nel 1885 fonda e dirige il settimanale politico Il Campanone. La tensione con lautorità politica locale è altissima e il 24 dicembre 1885 formula e sottoscrive, con Medolago Albani, una petizione di protesta rivolta alla giunta municipale della città che aveva deliberato di escludere da ogni premio al merito scolastico quegli studenti che si fossero assentati dalle lezioni in occasione di festività ecclesiastiche non riconosciute dal calendario civile.
Ma motivi dincomprensione e di difficoltà non mancano anche fra gli stessi cattolici la cosa lo farà soffrire anche in altre occasioni, come testimonierà lo stesso Medolago Albani nella commemorazione di Rezzara, tenuta il 13 marzo 1916 tanto che il 13 febbraio 1887 Rezzara formula e fa votare un ordine del giorno del Circolo San Luigi di protesta contro LOsservatore Cattolico, il quotidiano intransigente milanese diretto da don Davide Albertario (1846-1902), che aveva attaccato LEco di Bergamo e la Curia locale, quindi lo stesso vescovo mons. Gaetano Camillo Guindani (1834-1904), accusandoli di sostenere tesi ispirate al pensiero di Antonio Rosmini Serbati (1797-1855).
3. La segreteria dellOpera dei Congressi e dei Comitati Cattolici
Nel 1887 viene nominato segretario generale dellOpera dei Congressi, incarico che manterrà per tutti i successivi dodici Congressi, inoltre svolgendo interventi su temi relativi alla scuola, alle organizzazioni professionali, a problemi organizzativi ed elettorali. Sempre nel 1887 è eletto consigliere provinciale.
Lanno successivo, l11 settembre 1888, organizza la prima delle 26 Feste Federali, che ogni anno si svolgeranno in provincia rappresentando la più grande occasione dincontro dei cattolici bergamaschi, alla quale questi ultimi interverranno da tutte le valli, con le rispettive bandiere, per ascoltare glinterventi di numerosi oratori, fra i quali sarà sempre Rezzara, per fare un bilancio delle attività svolte e per lanciare nuove iniziative.
Fra le opere più importanti promosse da Rezzara vi è senzaltro la costituzione, unitamente al conte Medolago, della banca Piccolo Credito Bergamasco, sotto forma di società anonima cooperativa a capitale illimitato, riconosciuta legalmente il 1° giugno 1891 e che aprirà gli sportelli il 2 gennaio 1892. Nel luglio del 1891 i cattolici bergamaschi vincono per la prima volta le elezioni provinciali, dopo una campagna elettorale guidata da Rezzara. È lanno dellenciclica Rerum novarum, pubblicata da Papa Leone XIII (1878-1903) sulla questione operaia, e il Congresso Cattolico di Vicenza celebra il documento con glinterventi di tre bergamaschi, il conte Medolago Albani, incaricato dillustrarne il contenuto, il professor don Giorgio Gusmini (1855-1921) e Rezzara, che esporrà i dati statistici relativi alle opere economico-sociali promosse dai cattolici prima della pubblicazione dellenciclica.
4. Di fronte al problema politico dei cattolici italiani
Come tutti gli esponenti del movimento cattolico che hanno operato nel tempo di transizione dal secolo XIX al XX, anche Nicolò Rezzara ha dovuto affrontare le difficoltà del passaggio da unopposizione allo Stato unitario fondata sul non expedit cioè sulla base della direttiva di Papa Pio IX (1848-1878) che prevedeva lastensione dei cattolici dalla partecipazione alle elezioni politiche ad altra forma che comportasse una maggiore incidenza politica e parlamentare del mondo cattolico italiano. Nel 1896, don Albertario, ispirato da Filippo Meda (1869-1939), propone la “preparazione nellastensione” dei cattolici italiani, cioè cerca di forzare la situazione di stallo nella quale il mondo cattolico si trovava in seguito al divieto di partecipare alla competizione politica, un divieto che aveva certamente dato i suoi frutti con lorganizzazione di grandi opere sociali ed economiche ma che, anche per tutelare queste ultime, necessitava ora della copertura di un progetto politico. Tuttavia la risposta al quesito sollevato da don Albertario è resa più difficile dal fatto che dietro tale richiesta dimpegno politico operano i nuovi gruppi di orientamento democratico-cristiano da non confondersi con quelli di don Romolo Murri (1870-1944), che avrebbero rifiutata lubbidienza alle decisioni di Papa san Pio X (1903-1914) , caratterizzati da unavversione antiliberale così radicata da non cogliere la pericolosità dellascesa socialista e tale da mettere a repentaglio le alleanze con i liberali conservatori. In occasione e soprattutto dopo i moti di piazza del maggio del 1898, quando il governo liberale cercherà di colpire contemporaneamente le opposizioni cattolica e socialista, apparirà più chiaro come la salvezza del paese dal rischio del socialismo comportasse lalleanza elettorale fra moderati e cattolici. Questo è il nodo che angustia gli ultimi anni della vita di Rezzara, sostanzialmente favorevole alla proposta di don Albertario e ai gruppi democratici cristiani fedeli alla Chiesa, e che rende difficile il suo rapporto con lamico fraterno Medolago Albani.
Bergamo, definita da Papa san Pio X “la prima diocesi dItalia”, diventa già nel 1904 teatro di un esperimento elettorale che porta in parlamento il primo cattolico deputato, lon. Agostino Cameroni (1870-1920), eletto nel collegio di Treviglio-Verdello. Quando però, nel 1913, in occasione delle elezioni politiche generali, la direzione diocesana degli organismi cattolici, presieduta da Rezzara, chiede al presidente della UECI, lUnione Elettorale Cattolica Italiana, conte Vincenzo Ottorino Gentiloni (1863-1916), di presentare nei collegi bergamaschi candidati più rappresentativi del mondo cattolico rispetto ai liberali conservatori uscenti, lopposizione di Medolago Albani è netta, perché così a suo avviso si rischierebbe di far fallire il Patto Gentiloni, laccordo elettorale fra cattolici e liberali moderati che, inaugurato in alcune circoscrizioni negli ultimi anni del secolo XIX, caratterizzerà le elezioni politiche del 1913 portando in parlamento, grazie allapporto del voto dei cattolici, ben 228 deputati.
Rezzara, già indebolito dalla malattia che lo porterà alla morte lanno dopo, teme di esser stato sconfessato dal Papa dopo 47 anni di servizio nella totale ubbidienza. Gentiloni è certamente daccordo con Medolago Albani, ma la direzione diocesana non viene sconfessata grazie allintervento del vescovo di Bergamo mons. Giacomo Radini Tedeschi (1857-1914). Rezzara però è ormai gravemente ammalato: potrà ancora intervenire, da terziario francescano, al Congresso Eucaristico diocesano di Grumello del Monte, il 10 maggio 1914, prima di morire dopo aver sopportato con grande dignità la lunga malattia, il 6 febbraio 1915.
Per approfondire: le carte di Rezzara sono raccolte in un Fondo Rezzara presso larchivio della Curia di Bergamo. Su di lui, vedi Giuseppe Belotti, Nicolò Rezzara, Edizione promossa dal Credito Bergamasco, Bergamo 1982, contenente anche la ristampa anastatica della commemorazione di S. Medolago Albani, Due campioni dellazione cattolica bergamasca. Prof. Comm. Nicolò Rezzara, Prof. Cav. Giambattista Caironi, Società editrice S. Alessandro, Bergamo 1916; vedi anche Luigi Trezzi, voce Rezzara, in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia (1860-1980), diretto da Francesco Traniello e Giorgio Campanini, vol. II, I protagonisti, Marietti, Casale Monferrato (Alessandria) 1982, pp. 537-540.