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Nicolò Rezzara (1848-1915)

7 Ottobre 2011 - Autore: Alleanza Cattolica

di Marco Invernizzi

 

1. La nascita e l’esordio a Vicenza

Nato a Chiuppano, in provincia di Vicenza, l’8 marzo 1848, in una modesta famiglia colonica, rimasto orfano a soli sette anni, Nicolò Rezzara non può dedicarsi agli studi per le ristrettezze economiche in cui viene a trovarsi e riesce soltanto a seguire gli studi elementari e le scuole tecniche grazie all’intervento di uno zio materno, Domenico Fontana, di Vicenza. Comincia così molto presto a guadagnarsi da vivere, entrando come ripetitore e prefetto di camerata nell’Orfanotrofio di Vicenza e poi come insegnante nel Collegio Comunale Cordellina Bissari di Vicenza e nel Seminario vescovile, oltre che attraverso ripetizioni private. Nel frattempo, presso l’università di Padova, ottiene un diploma di abilitazione all’insegnamento secondario, ma è costretto dal clima laicista del Collegio Comunale, dove aveva cominciato a insegnare, ad abbandonare l’insegnamento con la fondata speranza di poter entrare in un altro istituto della città, la Scuola Industriale Alessandro Rossi. Ma quest’ultima non lo accoglierà.

A Vicenza, Rezzara partecipa alla fondazione del settimanale cattolico Il Berico, il 29 maggio 1876, e collabora al primo settimanale illustrato Dono di Pasqua, oltre a prender parte alla vita dell’Associazione Cattolica di Vicenza, fondata nel 1869 e guidata dal conte Giuseppe Nicolò Bianchini, e del Circolo San Giuseppe, aggregato il 14 gennaio 1869 alla Società della Gioventù Cattolica Italiana. Rezzara quindi già dimostra le sue capacità organizzative e il suo entusiasmo apostolico nella città veneta, ma non è Vicenza la città in cui sarebbe stato chiamato e svolgere la sua “buona battaglia”.

Nell’ottobre del 1877, angosciato per l’abbandono forzato dell’insegnamento nel Collegio vicentino, si reca a Bergamo per partecipare al IV Congresso Cattolico organizzato dall’Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici. Pur essendo ancora uno sconosciuto nell’ambito del movimento cattolico nazionale e anche bergamasco, viene nominato membro del Comitato Diocesano dell’Opera dei Congressi, presieduto dal conte Stanislao Medolago Albani (1851-1921), e gli viene anche offerta la possibilità d’insegnare Letteratura e Storia nel Collegio Bartolomeo Colleoni di Bergamo.

Inizia così la sua attività straordinariamente feconda di opere, a livello nazionale ma soprattutto a Bergamo, che diventerà la sua città d’elezione, dove vorrà anche essere sepolto. Anzitutto incontra, nella scuola dove viene assunto, uno dei suoi principali amici e collaboratori, Giambattista Caironi (1848-1903), che sarà il primo direttore de L’Eco di Bergamo, il quotidiano cattolico locale promosso da Rezzara e che esce ininterrottamente ancora oggi dal 1° maggio 1880.

 

2. Il trasferimento a Bergamo, patria d’elezione

Rezzara è soprattutto un uomo d’azione, infaticabile e richiestissimo conferenziere, di buona cultura senza essere un intellettuale come per esempio l’amico e compagno di tante battaglie Medolago Albani, anche perché le vicende umane non gli avevano permesso di studiare adeguatamente. Soprattutto per le numerose iniziative e per le opere il suo nome verrà e viene ancora ricordato dai cattolici bergamaschi e italiani, in questo accomunato a quello del beato Giuseppe Tovini (1841-1897) di Brescia, con il quale collaborerà nella terza sezione permanente dell’Opera dei Congressi, dedicata a istruzione ed educazione, sostituendolo nella direzione dell’opera dopo la sua morte prematura.

Come il beato Tovini, coglie l’importanza fondamentale della libertà d’insegnamento e soprattutto della formazione degl’insegnanti cattolici, e così fonda, sempre con Caironi, nel corso dell’anno precedente l’inizio delle pubblicazioni de L’Eco di Bergamo, il periodico Libertà d’Insegnamento. Nel 1881 promuove L’Opera delle Cucine Economiche, un’iniziativa per combattere la malattia della pellagra, che uccide migliaia di poveri a causa anche della cattiva alimentazione. Vengono attivate, a partire dall’11 gennaio 1882, le prime due cucine cittadine, una in Città Bassa e l’altra in Città Alta, che permetteranno di dimostrare il reale ed efficace amore per i bisognosi da parte del mondo cattolico del tempo, in un’epoca di crescita del movimento socialista.

Forse proprio il profondo legame fra le associazioni militanti e il popolo caratterizza il movimento cattolico bergamasco, testimoniato da questo rapporto scritto riservatamente dal Prefetto della città orobica al ministero degl’Interni in occasione del pellegrinaggio del 26 agosto 1882 all’urna di sant’Alessandro, martire del secolo IV e patrono di Bergamo, nel duomo cittadino: “Grandioso è riuscito il pellegrinaggio del partito clericale [sic!] alla tomba di S. Alessandro in Bergamo: oltre cinquantamila devoti vi presero parte, guidati dai parroci, contrassegnati da una croce bianca sul petto, sulla quale era la leggenda: in hoc signo vinces. Al comparire del Vescovo, che in forma solenne, seguìto da altri Vescovi, si dirigeva dall’Episcopio alla Cattedrale traversando Piazza Garibaldi, strana antìtesi con l’intitolazione del luogo, quella turba si divideva in due ali e cadeva in ginocchio”.

Nello stesso anno viene nominato membro del Comitato Centrale dell’Opera dei Congressi, mentre nel 1885 fonda e dirige il settimanale politico Il Campanone. La tensione con l’autorità politica locale è altissima e il 24 dicembre 1885 formula e sottoscrive, con Medolago Albani, una petizione di protesta rivolta alla giunta municipale della città che aveva deliberato di escludere da ogni premio al merito scolastico quegli studenti che si fossero assentati dalle lezioni in occasione di festività ecclesiastiche non riconosciute dal calendario civile.

Ma motivi d’incomprensione e di difficoltà non mancano anche fra gli stessi cattolici — la cosa lo farà soffrire anche in altre occasioni, come testimonierà lo stesso Medolago Albani nella commemorazione di Rezzara, tenuta il 13 marzo 1916 — tanto che il 13 febbraio 1887 Rezzara formula e fa votare un ordine del giorno del Circolo San Luigi di protesta contro L’Osservatore Cattolico, il quotidiano intransigente milanese diretto da don Davide Albertario (1846-1902), che aveva attaccato L’Eco di Bergamo e la Curia locale, quindi lo stesso vescovo mons. Gaetano Camillo Guindani (1834-1904), accusandoli di sostenere tesi ispirate al pensiero di Antonio Rosmini Serbati (1797-1855).

 

3. La segreteria dell’Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici

Nel 1887 viene nominato segretario generale dell’Opera dei Congressi, incarico che manterrà per tutti i successivi dodici Congressi, inoltre svolgendo interventi su temi relativi alla scuola, alle organizzazioni professionali, a problemi organizzativi ed elettorali. Sempre nel 1887 è eletto consigliere provinciale.

L’anno successivo, l’11 settembre 1888, organizza la prima delle 26 Feste Federali, che ogni anno si svolgeranno in provincia rappresentando la più grande occasione d’incontro dei cattolici bergamaschi, alla quale questi ultimi interverranno da tutte le valli, con le rispettive bandiere, per ascoltare gl’interventi di numerosi oratori, fra i quali sarà sempre Rezzara, per fare un bilancio delle attività svolte e per lanciare nuove iniziative.

Fra le opere più importanti promosse da Rezzara vi è senz’altro la costituzione, unitamente al conte Medolago, della banca Piccolo Credito Bergamasco, sotto forma di società anonima cooperativa a capitale illimitato, riconosciuta legalmente il 1° giugno 1891 e che aprirà gli sportelli il 2 gennaio 1892. Nel luglio del 1891 i cattolici bergamaschi vincono per la prima volta le elezioni provinciali, dopo una campagna elettorale guidata da Rezzara. È l’anno dell’enciclica Rerum novarum, pubblicata da Papa Leone XIII (1878-1903) sulla questione operaia, e il Congresso Cattolico di Vicenza celebra il documento con gl’interventi di tre bergamaschi, il conte Medolago Albani, incaricato d’illustrarne il contenuto, il professor don Giorgio Gusmini (1855-1921) e Rezzara, che esporrà i dati statistici relativi alle opere economico-sociali promosse dai cattolici prima della pubblicazione dell’enciclica.

 

4. Di fronte al problema politico dei cattolici italiani

Come tutti gli esponenti del movimento cattolico che hanno operato nel tempo di transizione dal secolo XIX al XX, anche Nicolò Rezzara ha dovuto affrontare le difficoltà del passaggio da un’opposizione allo Stato unitario fondata sul non expedit — cioè sulla base della direttiva di Papa Pio IX (1848-1878) che prevedeva l’astensione dei cattolici dalla partecipazione alle elezioni politiche — ad altra forma che comportasse una maggiore incidenza politica e parlamentare del mondo cattolico italiano. Nel 1896, don Albertario, ispirato da Filippo Meda (1869-1939), propone la “preparazione nell’astensione” dei cattolici italiani, cioè cerca di forzare la situazione di stallo nella quale il mondo cattolico si trovava in seguito al divieto di partecipare alla competizione politica, un divieto che aveva certamente dato i suoi frutti con l’organizzazione di grandi opere sociali ed economiche ma che, anche per tutelare queste ultime, necessitava ora della copertura di un progetto politico. Tuttavia la risposta al quesito sollevato da don Albertario è resa più difficile dal fatto che dietro tale richiesta d’impegno politico operano i nuovi gruppi di orientamento democratico-cristiano — da non confondersi con quelli di don Romolo Murri (1870-1944), che avrebbero rifiutata l’ubbidienza alle decisioni di Papa san Pio X (1903-1914) —, caratterizzati da un’avversione antiliberale così radicata da non cogliere la pericolosità dell’ascesa socialista e tale da mettere a repentaglio le alleanze con i liberali conservatori. In occasione e soprattutto dopo i moti di piazza del maggio del 1898, quando il governo liberale cercherà di colpire contemporaneamente le opposizioni cattolica e socialista, apparirà più chiaro come la salvezza del paese dal rischio del socialismo comportasse l’alleanza elettorale fra moderati e cattolici. Questo è il nodo che angustia gli ultimi anni della vita di Rezzara, sostanzialmente favorevole alla proposta di don Albertario e ai gruppi democratici cristiani fedeli alla Chiesa, e che rende difficile il suo rapporto con l’amico fraterno Medolago Albani.

Bergamo, definita da Papa san Pio X “la prima diocesi d’Italia”, diventa già nel 1904 teatro di un esperimento elettorale che porta in parlamento il primo cattolico deputato, l’on. Agostino Cameroni (1870-1920), eletto nel collegio di Treviglio-Verdello. Quando però, nel 1913, in occasione delle elezioni politiche generali, la direzione diocesana degli organismi cattolici, presieduta da Rezzara, chiede al presidente della UECI, l’Unione Elettorale Cattolica Italiana, conte Vincenzo Ottorino Gentiloni (1863-1916), di presentare nei collegi bergamaschi candidati più rappresentativi del mondo cattolico rispetto ai liberali conservatori uscenti, l’opposizione di Medolago Albani è netta, perché così — a suo avviso — si rischierebbe di far fallire il Patto Gentiloni, l’accordo elettorale fra cattolici e liberali moderati che, inaugurato in alcune circoscrizioni negli ultimi anni del secolo XIX, caratterizzerà le elezioni politiche del 1913 portando in parlamento, grazie all’apporto del voto dei cattolici, ben 228 deputati.

Rezzara, già indebolito dalla malattia che lo porterà alla morte l’anno dopo, teme di esser stato sconfessato dal Papa dopo 47 anni di servizio nella totale ubbidienza. Gentiloni è certamente d’accordo con Medolago Albani, ma la direzione diocesana non viene sconfessata grazie all’intervento del vescovo di Bergamo mons. Giacomo Radini Tedeschi (1857-1914). Rezzara però è ormai gravemente ammalato: potrà ancora intervenire, da terziario francescano, al Congresso Eucaristico diocesano di Grumello del Monte, il 10 maggio 1914, prima di morire dopo aver sopportato con grande dignità la lunga malattia, il 6 febbraio 1915. 


Per approfondire: le carte di Rezzara sono raccolte in un Fondo Rezzara presso l’archivio della Curia di Bergamo. Su di lui, vedi Giuseppe Belotti, Nicolò Rezzara, Edizione promossa dal Credito Bergamasco, Bergamo 1982, contenente anche la ristampa anastatica della commemorazione di S. Medolago Albani, Due campioni dell’azione cattolica bergamasca. Prof. Comm. Nicolò Rezzara, Prof. Cav. Giambattista Caironi, Società editrice S. Alessandro, Bergamo 1916; vedi anche Luigi Trezzi, voce Rezzara, in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia (1860-1980), diretto da Francesco Traniello e Giorgio Campanini, vol. II, I protagonisti, Marietti, Casale Monferrato (Alessandria) 1982, pp. 537-540.

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