Alleanza Cattolica, che è tra le associazioni fondatrici del comitato Sì alla famiglia, aderisce al Manifesto lanciato il 21 ottobre 2014, di cui trascrive il testo
UN ATTACCO GLOBALE ALLA FAMIGLIA
Il messaggio finale del Sinodo chiede ai governi di “promuovere i diritti della famiglia per il bene comune”, precisando che si tratta della famiglia fondata sull'”amore coniugale unico e indissolubile” e aperto alla vita. In Italia assistiamo al contrario: divorzio rapidissimo e privatizzato, fisco sempre meno a misura di famiglia, depenalizzazione dell’uso delle droghe cosiddette leggere, fecondazione artificiale eterologa, attacco ai medici e operatori sanitari che sull’aborto fanno obiezione di coscienza, sindaci che violano la legge trascrivendo “matrimoni” omosessuali contratti all’estero rappresentano altrettante tessere di un mosaico dietro al quale è difficile non vedere la regia globale di una cultura ostile alla famiglia e alla vita. E ora arrivano le “unioni civili” fra persone omosessuali.
ACCOGLIERE LE PERSONE OMOSESSUALI
Le persone omosessuali devono essere accolte – come insegnano il “Catechismo della Chiesa Cattolica”, lo stesso Sinodo e Papa Francesco, con affermazioni che anche i non credenti possono condividere – con “rispetto, compassione e delicatezza”, evitando nei loro confronti ogni “marchio di ingiusta discriminazione”, senza giudicare le persone in quanto persone.
Da ogni convivenza derivano diritti e doveri, che in gran parte la legge italiana già riconosce anche ai conviventi omosessuali: assistenza in ospedale, in carcere, subentro nei contratti di locazione e così via.
“UNIONI CIVILI”?
L’espressione “unioni civili”, come Papa Francesco ha ricordato nell’intervista al Corriere della Sera del 5 marzo 2014, comprende “diverse forme”, da valutare una per una.
Non siamo in linea di principio contrari a testi unici o altri strumenti, i quali elenchino i diritti e i doveri che derivano dalle convivenze, anche omosessuali, ove necessario con aggiustamenti pratici di carattere amministrativo e civile.
LA PROPOSTA RENZI: SI SCRIVE “UNIONI”, SI LEGGE “MATRIMONIO”
Siamo invece contrari alle “unioni civili” proposte da Renzi, perché introducono qualcosa che è uguale al matrimonio tranne che nel nome e in un limite posto all’adozione. L’esperienza inglese insegna che queste “unioni civili” dopo qualche anno cambiano nome in “matrimonio” in modo pressoché naturale e indolore. L’esperienza tedesca, invocata da Renzi, mostra come introducendo la possibilità di adottare i figli biologici di uno dei conviventi si offra un assist alla magistratura per allargare costantemente l’area dell’adozione in nome del principio di uguaglianza.
NO ALLE UNIONI CIVILI DI RENZI, SÌ ALLA FAMIGLIA
Le “unioni civili” di Renzi non sono l’alternativa ma il battistrada al “matrimonio” omosessuale. Lo assicura l’uomo di Renzi per i “nuovi diritti”, il sottosegretario Scalfarotto: “L’unione civile non è un matrimonio più basso, ma la stessa cosa. Con un altro nome per una questione di realpolitik” (Repubblica, 16-10-2014).
Chi vuole davvero dire sì alla famiglia e no al “matrimonio” e alle adozioni omosessuali, deve dunque dire no fin da oggi al progetto di “unioni civili” di Renzi.
Roma, 21 ottobre 2014
Sì alla famiglia
Sì alla famiglia è una rete di comitati locali che riuniscono associazioni desiderose di promuovere i diritti della famiglia naturale fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna. Per informazioni: www.siallafamiglia.it