Persecuzione religiosa all’università, censura francese pro-aborto, Pedro Sanchez detta la linea
di Luca Bucca
– La settimana scorsa commentavamo su questa rubrica i fatti accaduti all’Università di Trento, dove i collettivi di sinistra avevano impedito il volantinaggio organizzato da un’associazione di destra. Questa settimana ci tocca raccontare un evento analogo, accaduto il 26 novembre all’Università Statale di Milano, durante il convegno Accogliere la Vita. Storie di libera scelta, organizzato dagli universitari di Comunione e Liberazione e violentemente interrotto dall’organizzazione giovanile comunista Cambiare Rotta. Meritano un plauso gli organizzatori della conferenza per lo stile pacato e l’autocontrollo dimostrato in una situazione che sarebbe potuta oltremodo degenerare, ma l’ennesimo episodio del genere non può non preoccupare. In questo caso, tra l’altro, si è andati oltre la semplice “contestazione politica”, già censurabile, in quanto l’azione è evidentemente travalicata, a giudicare dagli slogan e anche dalle bestemmie urlate, in una chiara manifestazione di odio religioso. Ne scrivevamo qui pochi giorni fa: la persecuzione religiosa non è un fenomeno solo di paesi lontani, né si esprime immediatamente in maniera eclatante, ma cova silenziosa e comincia a emergere gradualmente. È bene dunque non sottovalutarlo e intervenire prima che la situazione si aggravi.
– Recentemente il canale TV francese CNews è stato sanzionato con una multa di 100mila euro da parte dell’ARCOM, Autorità di regolamentazione della comunicazione audiovisiva e digitale, per avere indicato in un’infografica l’aborto come causa principale di morte nel mondo nell’anno 2022. Il dato è reale: 73 milioni le vittime, di gran lunga più dei 10 milioni di morti per cancro e 6 milioni e 200mila morti per patologie legate al consumo di tabacco. Sta di fatto che in Francia, dove, lo ricordiamo, a marzo di quest’anno il diritto all’aborto è stato introdotto in Costituzione, dire certe verità costa, in barba alla libertà d’informazione.
– «Le forze progressiste in tutta Europa e nel mondo ci guardano e ci vedono come fonte d’ispirazione»: questa una delle dichiarazioni del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, appena rieletto domenica scorsa segretario del Partito socialista. Consapevole di questo ruolo di guida, detta subito la linea per “l’internazionale progressista”, annunciando l’impegno del suo partito per l’introduzione dell’aborto e del matrimonio omosessuale in Costituzione. Non resta che prenderne nota e farne promemoria, tenendosi pronti ad affrontare le prossime “priorità” del fronte progressista e rivoluzionario, laddove dovesse andare al governo o trovare convergenze con altri partiti.
Mercoledì, 4 dicembre 2024