Da Avvenire del 07/09/2022
Li chamano «Pills by post abortions», aborti con la pillola via posta. Non suona bene, e la realtà è anche peggio: interruzioni di gravidanza nel bagno di casa o del-l’ufficio, senza assistenza, col medico che si può anche non aver mai visto, perché la pillola abortiva arriva col postino. Ma da inizio settembre il metodo del consulto a distanza – anche solo via email – con la prescrizione della pillola abortiva e l’invio del farmaco abortivo al domicilio della donna con una gravidanza entro la decima settimana è entrato a far parte delle procedure previste dal Sistema sanitario britannico. Quella che doveva essere una modalità d’uso in emergenza, sperimentata durante la fase più acuta della pandemia per evitare l’accesso in ospedale, diventa la norma. Il Ministero della Salute di Londra non sembra preoccupato dal record storico di aborti registrato nel 2021 (215mila, oltre metà dei quali con pillola abortiva) proprio per effetto dell’estrema facilità di accesso. Un incremento del 2% sull’anno precedente, mentre in Italia – dove c’è chi chiede di aprire allo stesso protocollo – si è assistito a un calo del 9,3%. Per le autorità sanitarie, preoccupate solo di semplificare al massimo il ricorso all’aborto, basta che i medici certifichino che le pillole servono solo per far abortire. Intanto si perde ogni forma di dialogo e di ascolto con le donne. Ma questo sembra non interessare nessuno.