di Michele Brambilla
Papa Francesco esordisce al Regina Coeli del 12 maggio, IV domenica di Pasqua, osservando che «nel Vangelo di oggi (cfr Gv 10,27-30) Gesù si presenta come il vero Pastore del popolo di Dio. Egli parla del rapporto che lo lega alle pecore del gregge, cioè ai suoi discepoli, e insiste sul fatto che è un rapporto di conoscenza reciproca. “Le mie pecore – dice – ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute” (Gv 10,27-28)». Scendendo ancora più nei particolari, «vediamo che l’opera di Gesù si esplica in alcune azioni: Gesù parla, Gesù conosce, Gesù dà la vita eterna, Gesù custodisce».
Da questi verbi si ricava che «Il Buon Pastore – Gesù – è attento a ciascuno di noi, ci cerca e ci ama, rivolgendoci la sua parola, conoscendo in profondità i nostri cuori, i nostri desideri e le nostre speranze, come anche i nostri fallimenti e le nostre delusioni. Ci accoglie e ci ama così come siamo, con i nostri pregi e i nostri difetti». Inoltre, «per ciascuno di noi Egli “dà la vita eterna”: ci offre cioè la possibilità di vivere una vita piena, senza fine» nella casa del Padre. Cristo non fa altro che mostrare pienamente il volto misericordioso del Padre: ogni creatura è quindi amata completamente e senza misura fin dalla creazione del mondo.
I padri terreni, compreso chi, come i sacerdoti, esercita una paternità spirituale (è la Giornata mondiale per le vocazioni), riflettono tutti il Buon Pastore, il Dio trinitario. Poiché di questo Dio sono solo il riflesso, è vero che il popolo cristiano rimane un gregge unico, incolonnato dietro Cristo, e ha, secondo il Pontefici, doveri ben precisi: «ai verbi e ai gesti che descrivono il modo in cui Gesù, il Buon Pastore, si relaziona con noi, fanno riscontro i verbi che riguardano le pecore, cioè noi: “ascoltano la mia voce”, “mi seguono”. Sono azioni che mostrano in che modo noi dobbiamo corrispondere agli atteggiamenti teneri e premurosi del Signore. Ascoltare e riconoscere la Sua voce, infatti, implica intimità con Lui, che si consolida nella preghiera, nell’incontro cuore a cuore con il divino Maestro e Pastore delle nostre anime».
Sulla Terra non abbiamo solo padri, ma anche madri. Francesco approfitta della concomitanza della “Festa della mamma” per ricordare che anche le madri hanno un modello, la Madonna. «In tanti Paesi, oggi si celebra la “Festa della mamma”. Vorrei inviare un caro saluto a tutte le mamme, ringraziandole – un applauso alle mamme, tutte! – per la loro preziosa opera nella crescita dei figli e nella tutela del valore della famiglia. Ricordiamo anche le mamme che ci guardano dal cielo e continuano a vegliare su di noi con la preghiera. Il nostro pensiero va anche alla nostra Mamma celeste, che celebreremo domani 13 maggio, con il nome di Nostra Signora di Fatima. A Lei ci affidiamo per proseguire con gioia e generosità il nostro cammino», che è sempre vegliato dall’Alto.
Lunedì, 13 maggio 2019