Manifestazione organizzata da Alleanza Cattolica
Per la libertà dei popoli oppressi dal socialcomunismo imperialistico
Potenza, 9 febbraio 1985. Una pubblica manifestazione per la libertà dei popoli oppressi dal socialcomunismo si è svolta, organizzata da Alleanza Cattolica in Potenza, sulla piazza principale del capoluogo lucano, avendo come temi particolari la perdurante invasione sovietica in Afghanistan e la repressione che colpisce il popolo cattolico polacco, confermata dall’assassinio di don Jerzy Popielusko, «ucciso il 19 ottobre 1984 da agenti del servizio segreto polacco, iscritti al partito comunista», come si legge sulla lapide della sua tomba.
Occasionata dal processo-farsa contro gli esecutori del sacerdote polacco, è stata allestita una mostra fotografica che ne ha voluto ricordare il martirio, associandolo alle sofferenze di interi popoli e non solamente di singole personalità della cultura o della scienza.
Nel corso della giornata sono state diffuse alcune migliaia di volantini tesi a mostrare la drammaticità della situazione mondiale, che vede il socialcomunismo al potere in ventisette paesi, con un totale di un miliardo e 656 milioni di abitanti, e in continua espansione con le armi della violenza e dell’inganno, mentre quanti dovrebbero avvertire il dovere morale di una coraggiosa opposizione preferiscono, nella maggiore parte dei casi, tacere quando non, addirittura, rendersi inspiegabilmente ma scandalosamente complici dello stato di fatto.
Infine, si è voluta stigmatizzare la ipocrisia di quanti denunciano con lena la violazione dei cosiddetti «diritti umani» da parte «dei regimi militari o capitalisti», ma preferiscono «dimenticare che il 95% di tutti i profughi proviene dai paesi comunisti» e non ricordare «tutte le ingiustizie incomparabilmente più gravi arrecate alle popolazioni oppresse nei paesi socialisti, come il genocidio perpetrato dai khmer rossi in Cambogia o le feroci persecuzioni antireligiose e il dramma di popoli come quello vietnamita, testimoniato tra l’altro dalle disperate fughe su fragili imbarcazioni».
«Chi tace il male maggiore non è credibile neanche quando accusa il male minore»: questo il messaggio conclusivo incitante a una azione culturale e civile adeguata contro il socialcomunismo, e a una testimonianza coraggiosa contro «la più grande menzogna del nostro tempo».
La mostra è stata visitata da centinaia di persone e la manifestazione ha raccolto numerose espressioni di consenso e di solidarietà con l’apostolato di Alleanza Cattolica.