Il primo evangelizzatore è la terza Persona della SS. Trinità: è Lui che spinge la Chiesa con la sua instancabile creatività
di Michele Brambilla
Nell’udienza del 6 dicembre «scopriamo ora un’ultima caratteristica essenziale: occorre che l’annuncio avvenga nello Spirito Santo. Infatti, per “comunicare Dio” non bastano la gioiosa credibilità della testimonianza, l’universalità dell’annuncio e l’attualità del messaggio», spiega Papa Francesco, perché «senza lo Spirito Santo ogni zelo è vano e falsamente apostolico: sarebbe solo nostro e non porterebbe frutto».
A conferma di tutto ciò rammenta che «in Evangelii gaudium ho ricordato che “Gesù è il primo e più grande evangelizzatore”; che “in qualunque forma di evangelizzazione il primato è sempre di Dio”, il quale “ha voluto chiamarci a collaborare con lui e stimolarci con la forza del suo Spirito” (n. 12)». Insomma, «lo Spirito è il protagonista, precede sempre i missionari e fa germogliare i frutti. Questa consapevolezza ci consola tanto! E ci aiuta a precisarne un’altra, altrettanto decisiva: cioè che nel suo zelo apostolico la Chiesa non annuncia sé stessa, ma una grazia, un dono, e lo Spirito Santo è proprio il Dono di Dio, come disse Gesù alla donna samaritana (cfr Gv 4,10)».
Non si deve cadere nella superbia, ma neanche nell’indolenza: “fa tutto Lui”. Infatti, «la fiducia non giustifica il disimpegno. La vitalità del seme che cresce da sé non autorizza i contadini all’incuria del campo». Ascendendo al cielo, Gesù ricorda per primo agli Apostoli che il dono dello Spirito Santo è per renderli testimoni ogni giorno del Vangelo, fino agli estremi confini della Terra (At 1,8).
Lo Spirito suscita negli apostoli un’intraprendenza in cui si notano sia la creatività che la semplicità. «Creatività, per annunciare Gesù con gioia, a tutti e nell’oggi», superando la tentazione di rintanarsi nel proprio orticello in un mondo certamente molto ostile all’annuncio cristiano, e «semplicità, proprio perché lo Spirito ci porta alla fonte, al “primo annuncio”», che è essenziale: «Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti».
A proposito di redenzione dai pericoli ultraterreni e dalle tirannidi “materiali”, nei saluti il Papa dice a tutti che «questa domenica in Polonia si celebrerà la Giornata della preghiera e dell’aiuto materiale per la Chiesa dell’Est. Ringrazio tutti coloro che sostengono con le loro preghiere e le loro offerte la Chiesa in quei territori, specialmente nella martoriata Ucraina». Si tratta spesso di iniziative che hanno preso avvio ai tempi della Cortina di ferro e che continuano ad avere un significato importante nell’attuale contesto bellico. Il Pontefice continua, per parte sua, a richiamare l’importanza di pregare per la pace, in particolare per «le popolazioni dell’Ucraina, di Israele e di Palestina».
Modello eccellente di preghiera è certamente la Madonna. Il Santo Padre sottolinea che «siamo ormai prossimi alla solennità dell’Immacolata Concezione. Maria “ha creduto” all’amore di Dio e ha risposto col suo “sì”. Imparate da Lei la piena fiducia verso il Signore per testimoniare ovunque il bene e l’amore evangelico».
Giovedì, 7 dicembre 2023