Di Giulio Meotti da Il Foglio del 25/05/2021
Prima la Francia che mette al bando la “scrittura inclusiva”, adesso l’Inghilterra che rompe con la principale organizzazione lgbt.
La Commissione per l’uguaglianza e i diritti umani si è ritirata da un enorme programma sulla “diversità” di Stonewall in mezzo a una lite sull’attivismo transgender. Jo Phoenix e Rosa Freedman, due accademiche, rispettivamente nel 2019 e nel 2020 erano state messe sotto revisione dalle proprie università dopo che gli studenti avevano accusato le due femministe di “transfobia” per le lettere che avevano scritto ai giornali. C’era Stonewall dietro questa campagna.
In un’intervista al Times all’inizio di questo mese, la baronessa Falkner, il nuovo presidente della commissione, aveva affermato che il diritto di mettere in discussione o rifiutare l’identità di genere che qualcuno può assumere è “una convinzione del tutto ragionevole”. In un articolo sul Times, intitolato “Stonewall dovrebbe tenersi fuori dalla guerra per i diritti trans”, Matthew Parris, uno dei fondatori dell’organizzazione, ha sostenuto invece che la realtà che ha contribuito a fondare si è smarrita. “Stonewall ha perso la sua strada. Il sole che tutti pensavamo di aver visto si è perso dietro nuvole di rabbia, intolleranza e partigianeria. C’è qualcosa di perverso nel collegare i gay ai trans. Gli uomini gay non vogliono essere donne. Ci piace essere uomini. I nostri problemi non hanno nulla a che fare con l’identificazione o il cambiamento del nostro corpo: sappiamo cosa siamo e nessuno lo discute”.
Ci spostiamo in Spagna, dove la controversa “ley trans” voluta dal ministro dell’Uguaglianza Irene Montero – nota per aver chiesto: “Esistono uomini e donne?” – è crollata a causa dei voti del Partito socialista, pilastro della coalizione di governo, che si è unito ai partiti di destra, Popolari e Vox, per impedire che la “legge Zan spagnola” voluta dalla sinistra di Podemos venisse elaborata.
Le deputate socialiste accusavano i partner a sinistra di voler “annullare il concetto di sesso biologico”. Lidia Falcón, presidente della Confederazione delle organizzazioni femministe e fondatrice del Partito femminista spagnolo nel 1979 che fu torturata dai franchisti, era stata anche trascinata in tribunale per “transfobia” e tre giorni fa ha raccontato: “Sono dovuto andare a testimoniare. E’ così che funziona con chi è disposto a realizzare una distopia. Non si cambia sesso mai, mai. Da quando sei fecondato nell’ovulo, hai già il sesso determinato e lo hai fino alla morte. Dopo secoli scavano i resti e il Dna delle tue ossa è maschio o femmina”.
E se l’ospedale di Stoccolma Karolinska non prescriverà più ormoni bloccanti della pubertà ai minori di sedici anni a causa delle “conseguenze negative irreversibili”, è appena fallita una legge sul transgender anche al Bundestag tedesco. Per il momento non verrà introdotto in Germania un nuovo diritto all’autodeterminazione per le persone trans. La legge voluta dai Verdi è stata respinta a larga maggioranza perché aveva lo scopo di semplificare in modo significativo il cambiamento di genere presentando una semplice richiesta all’anagrafe. La Spd ha votato contro la revisione. In Italia, ancora vergine della gender theory, siamo fermi al clivage “illuminati contro reazionari, tolleranti contro omotransfobi”. O alla negazione che la teoria esista del tutto, ma sia una creazione degli oscurantisti per impedire il progresso.
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