Il Papa augura a tutti di avere un cuore di fanciullo, capace di intuire la bontà di Dio attraverso le meraviglie della creazione, poi annuncia un concistoro. Tra i cardinali mons. Agostino Marchetto, uno dei pochi storici a sostenere l’ermeneutica della continuità sul Concilio Vaticano II
di Michele Brambilla
Il Papa apre il discorso dell’Angelus del 9 luglio con la citazione: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25). Quali sono le cose che il Padre rivela ai piccoli? La sapienza di saper gioire delle opere di Dio: «I ciechi riacquistano la vista […] i lebbrosi sono purificati, […] ai poveri è annunciato il Vangelo» (Mt 11,5). Il Signore è venuto nel mondo per dare pubblica testimonianza alla Verità, ovvero che Egli è amore per ogni creatura, «ma questa grandezza nell’amore non è compresa da chi presume di essere grande e si fabbrica un dio a propria immagine: potente, inflessibile, vendicativo. In altre parole, questi presuntuosi non riescono ad accogliere Dio come Padre; chi è pieno di sé, orgoglioso, preoccupato solo dei propri interessi – questi sono i presuntuosi -, convinto di non aver bisogno di nessuno».
Meglio essere piccoli come i bambini, quindi, perché, «fratelli e sorelle, la nostra vita, se ci pensiamo, è piena di miracoli: è piena di gesti d’amore, segni della bontà di Dio. Di fronte ad essi, però, anche il nostro cuore può restare indifferente e diventare abitudinario, curioso incapace di stupirsi, di lasciarsi “impressionare”». Il bambino guarda la realtà con occhi limpidi, perché la vede per la prima volta e si stupisce della sua bellezza, per questo arriva prima dell’adulto, troppo spesso prigioniero della propria “razionalità”.
L’Angelus del 9 luglio fa da “pretesto” all’annuncio di un nuovo concistoro in rubro, previsto il 30 settembre. Considerevole la nomina di mons. Agostino Marchetto, storico e diplomatico ecclesiastico che da decenni si batte (ed è uno dei pochi) perché venga finalmente conosciuta e predicata l’autentica interpretazione del Concilio Vaticano II (fu elogiato per questo dallo stesso Papa Francesco), ma anche molti altri neo-porporati sono di primo piano.
Tre i capi dicastero: mons. Victor Manuel Fernandez, nuovo prefetto della Congregazione per la dottrina e la fede, mons. Robert Francis Prevost, prefetto della Congregazione per i vescovi, e mons. Claudio Gugerotti, Congregazione per le Chiese orientali. Tra i vescovi residenziali spiccano il patriarca di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, e gli arcivescovi di Bogotà, Città del Capo, Juba, Madrid e soprattutto Hong Kong: forse un segno di incoraggiamento alla resistenza anticomunista di quella città, a cui molti cattolici contribuiscono.
Tra le scelte “particolari” alcuni nunzi apostolici, un vescovo ausiliare di Lisbona, la città che ospiterà la prossima GMG, il vescovo di Ajaccio (Ajaccio non vedeva un cardinale dai tempi del card. Joseph Fesh, 1763-1839, zio del concittadino Napoleone I Bonaparte) e don Angel Fernandez Artime, rettore maggiore dei Salesiani di don Bosco, ma soprattutto il cappuccino padre Luis Pascual Dri, confessore a Buenos Aires, che ha fatto da esempio allo stesso Francesco nell’amministrare il sacramento della Penitenza. Sua è infatti una frase che il Pontefice ama ripetere spesso: «Signore, perdonami perché ho perdonato troppo. Ma sei stato tu a darmi il cattivo esempio».
Lunedì, 10 luglio 2023