Di Andrea Gagliarducci da Acistampa del 22/12/2023
Dalla Polonia che dichiara con forza il no all’aborto eugenetico alla Polonia che legifera in favore di un rimborso per quanti ricorrono all’inseminazione in vitro all’estero. La nuova legge del governo di centrosinistra Donald Tusk fa discutere, e diventa un nuovo terreno di scontro tra la Chiesa e il governo.
I vescovi si sono opposti con forza al disegno, che prevede il rimborso dei costi dell’inseminazione artificiale a partire da giugno 2024, e l’arcivescovo Stanislaw Gadecki di Poznan ha firmato lo scorso 15 dicembre una lettera pubblicata sul sito della Conferenza Episcopale Polacca. La lettera è indirizzata direttamente al presidente Andrzej Duda, cui si chiede di bloccare la legge, sia non firmandola, sia eventualmente sottoponendola alla Corte Costituzionale.
La richiesta al presidente è motivata dal fatto che questi ha potere di veto sulle nuove leggi, e la coalizione di govenro di Tusk non dispone della maggioranza dei tre quinti della Camera Bassa del Parlamento per poter annullare un eventuale voto negativo del presidente.
I vescovi stanno chiedendo di opporsi ad una decisione della Camera Bassa (Sejm) che a fine novembre ha deciso che le coppie incapaci di concepire sarebbero state rimborsate dei costi dell’inseminazione artificiale a partire da giugno 2024. Una decisione che è stata votata a favore dalla colazione di centrosinistra, ma anche da 23 membri del partito conservatore di destra PiS.
La Conferenza Episcopale Polacca ha inizialmente deciso di non intervenire sul voto parlamentare.
Nella sua lettera, l’arcivescovo Gadecki nota che non tutti gli embrioni creati in vitro vengono trasferiti nell’utero di una donna, ma alcuni verrebbero considerati “soprannumerari” e dunque distrutti o congelati, mentre alcuni vengono anche selezionati “secondo criteri eugenetici”.
Per questo, “si tratta di aborto intenzionale selettivo nel contesto di metodi che dovrebbero aiutare la vita”, scrive il presidente dei vescovi polacchi.
Secondo l’arcivescovo Gadecki, “l’infertilità è una prova difficile”, e per questo ci vorrebbe “un programma nazionale per un vero trattamento dell’infertilità”, in quanto l’eliminazione delle cause mediche e psicologiche dell’infertilità offrirebbe maggiori possibilità di generare un bambino sano rispetto all’inseminazione artificiale.