di Marco Invernizzi
Ho apprezzato il discorso tenuto da Matteo Salvini a Pontida domenica 1° luglio.
Al di là dei contenuti, molto semplici e diretti a entusiasmare il suo popolo, improntati a rivendicare la continuità della Lega pur nel cambiamento di molti atteggiamenti, mi ha colpito favorevolmente lo stile che mi pare simile a quello che richiede la nuova evangelizzazione dell’Europa nel cambiamento epocale che stiamo vivendo.
Salvini ha ricordato che non è la Lega a essere cambiata, ma il mondo. E che di conseguenza la Lega ha voluto e dovuto comportarsi di conseguenza. In un mondo ormai devastato da secoli di disgregazione delle cose più belle e autentiche, la religione, la famiglia, la sacralità della vita, il diritto di costruire la propria vita nella propria patria, si tratta di riproporre agli italiani oggi, agli europei domani, la gioia di vivere, la bellezza dell’amore che non finisce, tutti gli ingredienti di quel senso comune che i popoli hanno perduto. Lo ha fatto invitando al sorriso contro il rancore, alla pazienza contro l’odio ideologico scagliatogli contro dai nemici, in primis dai media pieni solo di livore, e lo ha fatto citando alcuni esempi che meritano di essere ripresi e ricordati, fra cui il poeta cattolico Davide Rondoni, il giudice ucciso dalla mafia Rosario Livatino (1952-1990), di cui è in corso la causa di beatificazione, e mostrando ancora una volta la corona del Rosario regalatagli da un parroco e confezionata da una donna nigeriana, una delle tante schiave portate in Italia e costrette a prostituirsi.
È confortante riscontare questo atteggiamento positivo in un uomo politico e di governo. Speriamo che rimanga sempre così di fronte alle difficoltà e alle tentazioni, anche ideologiche, che non mancano, e che quanto affermato nel discorso riesca a tradursi ‒ nonostante gli ostacoli ‒ in provvedimenti concreti.
Da parte propria, Alleanza Cattolica cerca di praticare costantemente questo stile da molti anni, perché lo ritiene necessario per costruire un mondo nuovo e migliore dentro il mondo che muore. È bello riscontrare che altri, ben più in grado di influenzare il popolo, stiano facendo la stessa cosa.