Il Signore, ascendendo al cielo, ci precede nella gloria che sarà anche nostra
di Michele Brambilla
Papa Francesco puntualizza, iniziando il Regina Coeli del 12 maggio, che «oggi, in Italia e in altri Paesi, si celebra la Solennità dell’Ascensione del Signore». Poiché siede alla destra del Padre, come affermiamo nel Credo e cantiamo nel Gloria, «il ritorno di Gesù al Padre ci appare non come uno staccarsi da noi, ma piuttosto come un precederci alla meta, che è il Cielo». L’uomo, che ha compiuto i primi passi in Paradiso, è fatto per la vita eterna, e Gesù, con il suo vero corpo piagato, è già salito dove ci attende tutti.
Il Papa si spiega dicendo che è «come quando in montagna si sale verso una cima: si cammina, con fatica, e finalmente, a una svolta del sentiero, l’orizzonte si apre e si vede il panorama. Allora tutto il corpo ritrova forza per affrontare l’ultima salita. Tutto il corpo – braccia, gambe e ogni muscolo – si tende e si concentra per arrivare in vetta». «E noi, la Chiesa, siamo proprio quel corpo che Gesù, asceso al Cielo, trascina con sé come in una “cordata”»: frase che richiede una precisazione, dato che si potrebbe erroneamente dedurre che l’unico corpo che Cristo possiede coinciderebbe con il Corpo mistico. Gesù è asceso con il suo vero corpo individuale, ma noi, tramite i Sacramenti, siamo realmente incorporati in Lui, come i tralci nella vite. Infatti «è Lui che ci svela e ci comunica, con la sua Parola e la grazia dei Sacramenti, la bellezza della Patria verso la quale siamo incamminati. Così anche noi, sue membra – noi siamo membra di Gesù –, saliamo con gioia insieme con Lui, nostro capo, sapendo che il passo di uno è un passo per tutti, e che nessuno deve perdersi né restare indietro, perché siamo un corpo solo (cfr Col 1,18; 1 Cor 12,12-27)».
Come si fa ad ascendere in cielo dietro a Gesù? «Ascoltiamo bene: passo dopo passo, gradino dopo gradino, Gesù ci mostra la via. Quali sono questi passaggi da fare? Il Vangelo oggi dice: “annunciare il Vangelo, battezzare, scacciare i demòni, affrontare i serpenti, guarire i malati” (cfr Mc 16,16-18); insomma, compiere le opere dell’amore: donare vita, portare speranza, tenersi lontano da ogni cattiveria e meschinità, rispondere al male col bene, farsi vicini a chi soffre. Questo è il “passo dopo passo”. E più noi facciamo così, più ci lasciamo trasformare dallo Spirito», raggiungendo vette sempre più alte e pure.
«Mentre celebriamo l’Ascensione del Signore Risorto, che ci rende liberi e ci vuole liberi», chiosa il Pontefice, «rinnovo il mio appello per uno scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina, assicurando la disponibilità della Santa Sede a favorire ogni sforzo a tale riguardo, soprattutto per quelli gravemente feriti e malati. E continuiamo a pregare per la pace in Ucraina, in Palestina, in Israele, in Myanmar».
Un doveroso accenno al fatto che «oggi in tanti Paesi si celebra la festa della mamma; pensiamo con riconoscenza a tutte le mamme», poste sotto la protezione della Madre di Dio.
Francesco ricorda che ricorre anche la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che ha come tema «Intelligenza artificiale e sapienza del cuore», dato che «solo recuperando una sapienza del cuore possiamo interpretare le istanze del nostro tempo e riscoprire la via per una comunicazione pienamente umana».
Lunedì. 13 maggio 2024