Marco Invernizzi, Cristianità n. 422 (2023)
Mi sono imbattuto in un testo inedito in lingua italiana sul tema dello gnosticismo moderno. Si tratta di un’intervista che un giovane ricercatore, Giacomo Maria Arrigo, ha fatto nel 2019 a Luciano Pellicani (1939-2020), uno studioso di cultura socialista, già direttore della rivista culturale del Partito Socialista Italiano (PSI) Mondoperaio, che ha dedicato molti anni della sua vita intellettuale a studiare lo gnosticismo.
Quest’ultimo è stato un movimento religioso e culturale che ha avuto un ruolo importante nei primi secoli del cristianesimo ed è al centro dell’attenzione a margine del tema della modernità, quando alcuni autori come Eric Voegelin (1901-1985) (1) e Augusto Del Noce (1910-1989) (2) hanno accostato il fenomeno ad alcune ideologie rivoluzionarie del Novecento, in particolare al marxismo.
Cresciuto in una famiglia comunista, Pellicani si staccò fin da giovane, dopo i fatti di Ungheria del 1956 (3), dal comunismo ritenendolo una «ideologia sbagliata», per quindi aderire al socialismo riformista, famiglia ideologica alla quale appartenne per tutta la vita.
Grazie a questa scelta nacque una collaborazione con il segretario del PSI, Bettino Craxi (1934-2000), che voleva appunto «decomunistizzare», come lui, la sinistra italiana. Divenne direttore di Mondoperaio e, attraverso questa rivista, altri studi e pubblicazioni — soprattutto presso l’editore Sugarco —, studiò e diffuse le tesi di Voegelin sullo gnosticismo moderno, diventandone uno dei principali studiosi, che misero in guardia sugli aspetti nascosti e «metafisici» — quindi più pericolosi — della rivoluzione in atto in Occidente da parte dei diversi movimenti d’ispirazione marxista-leninista.
Da questi aspetti nacque l’interesse di Alleanza Cattolica per i suoi scritti e, in particolare, l’invito di Giovanni Cantoni (1938-2020) al sottoscritto, e ad altri, a seguire il suo itinerario intellettuale.
Pellicani rimarrà sempre un socialista riformista e, pertanto, le sue posizioni culturali saranno sempre lontane da quelle di chi si ispira alla dottrina sociale della Chiesa e alla scuola contro-rivoluzionaria europea. Però, proprio questa sua contiguità «conflittuale» con i movimenti rivoluzionari moderni ci permette di avvalerci di alcune delle sue riflessioni più importanti. Ne menziono soltanto due, ma potrebbero essere molte di più.
La prima riguarda il disprezzo della creazione come essenza della Rivoluzione gnostica. Appare molto bene nell’intervista, quando Pellicani parla della tesi gnostica della nascita come disgrazia: una tesi da cui nasce l’odio del rivoluzionario per la realtà e la sua volontà di «fare» la Rivoluzione, cioè di far tabula rasa del presente per costruire un uomo e un mondo «nuovi». Qui risalta la radicale differenza fra il pensiero gnostico e il metodo della Contro-Rivoluzione conservatrice, che parte sempre dalla realtà per migliorarla riformandola e ha un’idea «buona» del progetto di Dio, quale si evince dalla Creazione, nonostante il peccato di origine.
La seconda considerazione che si può fare attraverso il pensiero di Pellicani, così puntualmente sunteggiato in questa intervista, è come di fronte alla complessità della modernità qualcuno sia stato capace di riconoscere gli errori che l’hanno generata, almeno alcuni, e abbia deciso di combatterli, anche se non necessariamente questa contrapposizione lo ha portato ad abbracciare la Verità ultima e definitiva.
Rileggendo oggi Pellicani, anche soltanto attraverso questa pregevole breve intervista, sembra di entrare in un altro mondo. E così è, effettivamente. Quando Voegelin pubblicava Il mito del mondo nuovo (4) per denunciare il ritorno dello gnosticismo attraverso i movimenti rivoluzionari del Novecento, il mondo occidentale e in particolare l’Europa sembravano in procinto di diventare comunisti. Così non è stato e, dopo l’abbattimento del Muro di Berlino nel 1989, lo gnosticismo rivoluzionario è stato sostituito da un relativismo che nega la natura umana così come è uscita dal progetto di Dio. Si tratta però sempre della medesima mentalità gnostica, che rifiuta la Creazione per tentare di costruire un uomo radicalmente diverso da quello voluto dal progetto divino. Anche per questo Pellicani merita di essere riletto e ristudiato, proprio perché può aiutarci a comprendere come si è mosso e come probabilmente si sta muovendo quel male che tanto nuoce alla salvezza degli uomini.
Marco Invernizzi
Note:
1) Cfr. Eric Voegelin, La nuova scienza politica, trad. it., Borla, Roma 1999.
2) Cfr. Augusto Del Noce, Eric Voegelin e la critica dell’idea di modernità, saggio introduttivo, ibid., pp. 9-34.
3) Cfr. intervista a Claudio Sabelli Fioretti in Sette [settimanale del Corriere della Sera], del 6-6-2002, nel sito web <https://interviste.sabellifioretti.it/?p=720>, consultato il 29-8-2023.
4) Cfr. E. Voegelin, Il mito del mondo nuovo. Saggi sui movimenti rivoluzionari del nostro tempo, trad. it., introduzione di Mario Marcolla (1929-2003), Rusconi, Milano 1976.