Sacerdoti nel mirino della criminalità organizzata, spionaggio e giornalismo, la Francia riconosce il diritto costituzionale all’aborto
di Luca Bucca
– La cronaca degli ultimi giorni racconta di preti vittime di intimidazioni, attentati incendiari e addirittura tentativi di avvelenamento da parte della criminalità organizzata. Evidentemente sono tanti i sacerdoti – il più noto, suo malgrado, è probabilmente don Maurizio Patriciello – che, a rischio della propria incolumità, continuano a offrire alla propria comunità una via di redenzione, umana e cristiana. Non lasciamoli soli, ricordiamoli nella preghiera e affidiamoli all’intercessione del beato don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia proprio perché “colpevole” di mostrare ai giovani un’alternativa diversa dal malaffare.
– Ci sarà ancora molto da approfondire sull’inchiesta della procura di Perugia, che sembrerebbe avere portato alla luce azioni di spionaggio ai danni di politici (quasi tutti di centro-destra) e di altri personaggi appartenenti a vari ambienti economici, culturali, dello sport e dello spettacolo. C’è chi cerca di minimizzare, riconducendo il tutto a un’attività di approfondimento giornalistico ma, se davvero di “giornalismo” dovesse trattarsi, il metodo sembra più che altro da KGB.
– «La legge determina le condizioni nelle quali si esercita la libertà della donna, che le è garantita, di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza». Questo quanto sarà aggiunto all’art. 34 della Costituzione francese dopo il voto delle Camere, che sono state convocate in congresso il 4 marzo per l’ultimo atto parlamentare di questa riforma costituzionale. Si invoca la pace in questi tempi di guerra, anche in Europa, ma si continua a cadere nel baratro della cultura della morte. Pace e aborto, dicotomia inconciliabile. Lo ricordò santa Teresa di Calcutta ritirando il premio Nobel per la pace nel 1979: «Sento che oggigiorno il più grande distruttore di pace è l’aborto, perché è una guerra diretta, una diretta uccisione, un diretto omicidio per mano della madre stessa. […] Perché se una madre può uccidere il suo proprio figlio, non c’è più niente che impedisce a me di uccidere te, e a te di uccidere me».
Mercoledì, 6 marzo 2024