Da Avvenire del 02/07/2023
Raddoppiata rispetto al 2021 la repressione della minoranza: solo lo scorso anno sono finiti in cella, per motivi di fede, 134 battezzati
Tre donne iraniane convertite al cristianesimo dovranno affrontare oggi un’udienza in tribunale con accuse sconosciute. È quanto denuncia AsiaNews, rilanciando Article18, un sito specializzato nel documentare le repressioni in atto nella Repubblica islamica contro le minoranze religiose, in particolare quella cristiana.
Shilan Oraminejad, Razieh (Maral) Kohzadi e Zahra (Yalda) Heidari sono state prelevate il 9 maggio scorso dalle loro abitazioni da agenti del ministero dell’Intelligence, che hanno anche confiscato effetti personali tra cui telefoni cellulari, computer portatili, libri e opuscoli senza fornire alcuna spiegazione. Le tre donne sono state portate in una località sconosciuta e tenute in isolamento per 40 giorni, prima di essere trasferite nella prigione di Evin dove hanno potuto rivedere per la prima volta le loro famiglie, ma si sono viste negare l’assistenza di un avvocato. L’udienza odierna si svolgerà presso la 28esima sezione del Tribunale rivoluzionario di Teheran. L’apostasia dall’islam non è espressamente menzionata dalla legge iraniana, ma l’articolo 167 della Costituzione consente ai giudici di fare riferimento alla Sharia nelle questioni non codificate dalla legge. Nel 2021, un tribunale di Karaj, nel nord del Paese, ha inflitto cinque anni di carcere a tre convertiti iraniani per avere svolto «attività educative deviate contrarie all’islam», un eufemismo usato dalle autorità per indicare l’evangelizzazione.
Un rapporto sulle “Violazioni dei diritti dei cristiani in Iran” ha illustrato di recente la «netta regressione » in tema di libertà religiosa in Iran: 134 cristiani arrestati nel 2022 per motivi di fede, ossia più del doppio rispetto ai 59 arrestati nel 2021. Alla fine del 2022, non meno di 17 cristiani risultavano ancora in prigione con accuse che spaziano dalle «attività contro la sicurezza nazionale» alla «propaganda contro il regime».