D Avvenire del 27/01/2024
Ib ben informati dicono che nella stanza dei bottoni di Pechino la “liaison” tra Corea del Nord e la Russia avesse provocato una piccola onda di nervosismo. Troppo fitti gli scambi di visite tra Pyongyang e Mosca. E ieri la Cina ha voluto (ri)piantare la sua bandierina in terra nordcoreana. Il vice ministro degli Esteri cinese, Sun Weidong è sbarcato nella capitale nordcoreana per un incontro con l’omologo Pak Myong Ho. «La delegazione del ministero degli Esteri della Repubblica popolare cinese, guidata da Sun, è arrivata giovedì a Pyongyang», hanno riferito i media nordcoreani, precisando che i funzionari cinesi sono arrivati via Sinuiju, al confine tra Cina e Corea del Nord. La notizia arriva in concomitanza con quella di colloqui in Thailandia tra il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, e il capo della diplomazia cinese, Wang Yi e nel mezzo della continue “provocazioni” del leader nordcoreano Kim Jong-un, arrivato a definire Seul «il nemico numero uno».
In realtà il lavorio diplomatico tra la Cina e la Corea del Nord non si è mai fermato. A dicembre Sun ha incontrato a Pechino il vice ministro degli Esteri nordcoreano, Pak Myong Ho: i due hanno discusso del rafforzamento dei legami bilaterali e del coordinamento su non meglio specificate «questioni di interesse comune ». Pak ha anche incontrato anche il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, impegnandosi ad espandere gli scambi amichevoli e a rafforzare la «cooperazione strategica» nel 2024, mentre i due Paesi celebrano il loro 75esimo anniversario della creazione di legami bilaterali. Come scrive l’Ap, la Cina è il principale alleato del regime nordcoreano nonché il vero garante della sopravvivenza di «un’economia paralizzata da decenni di cattiva gestione e dalle sanzioni imposte dagli Stati Uniti». Ma c’è chi, anche a Pechino, considera Kim un alleato «ingovernabile». Due giorni fa il New York Times, ha ribadito che gli Stati Uniti temono che il leader nordcoreano «possa usare nei prossimi mesi qualche tipo di arma letale contro la Corea del Sud».