Qualche giorno fa l’on. Giorgia Meloni si è vista rifiutare da Facebook la richiesta di sponsorizzazione a pagamento della 20^ edizione di Atreju, la festa di Fratelli d’Italia. Il titolo della rassegna – “E’ tempo di patrioti” – è stato ritenuto da Facebook in violazione del proprio regolamento delle pubblicità, e quindi contenente “volgarità”, o “riferimento alle caratteristiche delle persone che le vedono (es. razza, etnia, orientamento sessuale, nome) o che le infastidiscono”. Segnalando la censura, non manifesto condivisione o dissenso rispetto al partito dell’on. Meloni e alle sue posizioni: semplicemente constato che nel meraviglioso mondo di Zuckerberg, del quale costui ha di recente fatto l’apologetica descrizione in interventi pubblici rivolti al mondo, il termine “patrioti” suona volgare o discriminatorio, al punto da essere estromesso. Nelle stesse ore si è appreso che su Amazon è facile acquistare le componenti per fabbricare bombe come quelle della metropolitana di Londra o dell’Arena di Manchester: nel senso che se tu clicchi “pentola a pressione in alluminio” l’algoritmo del network ti suggerisce – come articoli da acquistare insieme a essa – una polvere esplosiva e le lucette dell’albero di Natale per attivarla. Quando si dice che il politically correct fa male: non fai in tempo a chiederti dov’è la Patria e sei già saltato in aria!