Oscar Sanguinetti, Cristianità n. 400 (2019)
Quattrocento numeri di «Cristianità»
Quattrocento numeri e quarantasei anni di uscita ininterrotta sono un bel record per qualunque periodico generalista e specialmente per un periodico «impegnativo» come Cristianità, in una fase difficile per la lettura, e non da ieri, con una prospettiva alle spalle — e anche oggi quando necessario — in stridente contrasto con il «politicamente corretto» laico ed ecclesiale, lato sensu, come la sua. Chi scrive, oltre a interessarsi di storia contemporanea, segue la stampa definibile grosso modo «di destra» fin da quando aveva i pantaloni corti — allora si usavano per i maschi — e può testimoniare come non vi siano eguali a questa durata e a questa assiduità. Vi sono state testate assai più prestigiose e con moltissimi lettori e abbonati, ma ben poche che abbiano qualche elemento in comune con Cristianità — a parte gli organi di congregazioni religiose, inclusa La Civiltà Cattolica, e una rivista come Studi cattolici di Milano — e che possano vantare una simile durata.
Il traguardo tagliato sollecita qualche riflessione. Sicuramente riguardo al modo di comunicare scelto, di cui fa stato il contributo che segue dell’esperto in materia Lorenzo Cantoni. Ma anche riguardo al soggetto che ha promosso e promuove la rivista, Alleanza Cattolica nella persona di Giovanni Cantoni, suo fondatore e per moltissimi anni responsabile nazionale, e al contesto in cui questa performance non comune è stata conseguita.
Cristianità nasce a Piacenza, nel 1973, sia come organo per la formazione e l’informazione dei militanti dell’associazione sia come strumento per testimoniare in maniera adeguata — né rapsodica, né romantica — la rinnovata presenza nel panorama del cattolicesimo italiano di una linea culturale il cui ultimo antecedente risaliva al 1929, quando fu soppresso — si apriva il ventennio del clerico-fascismo — Fede e ragione, l’ultimo foglio intransigente e anti-modernista della Penisola. Apparsa in un’epoca in cui le riviste di cultura cattoliche e anti-comuniste erano numerose e variegate — si andava dalla genovese Renovatio, ispirata dal card. Giuseppe Siri (1906-1989), a Carattere di Verona, Il Ghibellino di Messina, L’ordine Civile di Gianni Baget-Bozzo (1925-2009) e altre ancora —, Cristianità si distinse subito per la prospettiva dottrinale schiettamente cattolica, per uno stile che dava ampio spazio al Magistero, per il rigore filologico e l’apparato critico di qualità e aggiornato dei testi che proponeva, nonché per la profondità delle analisi e per il valore degli studi ospitati e dei loro autori.
Vi sono stati frangenti difficili, come il Concilio Vaticano II (1962-1965) e il successivo «caso Lefebvre», o la caduta dell’impero socialcomunista, che hanno trovato analisi fondate ed esaurienti solo sulle sue colonne. Così pure le notizie diffuse, specialmente quelle censurate dai media conformisti, gli acuti commenti e le prese di posizione mature e non di rado polemiche sono state l’alimento necessario per alcune campagne civiche e politiche che hanno connotato la storia del Paese e della Chiesa italiana nei decenni trascorsi. Caratteristica di Cristianità, come pure di Alleanza Cattolica, è stato l’essere sempre «cum Petro et sub Petro», ossia mantenere non solo una devozione ma anche una stretta aderenza e fedeltà al Magistero dei pontefici della sua storia, da san Paolo VI (1963-1978) a Francesco, e dei pontefici di sempre, specialmente quelli più impegnati nella battaglia contro-rivoluzionaria, a partire quanto meno dal beato Pio IX (1846-1878): un atteggiamento costato non di rado, specialmente negli anni turbolenti del post Concilio, fatica e uso intensivo della virtù della pazienza, come pure incomprensioni — e talora rotture — anche da parte di amici di lunga data.
Cristianità nasceva ed esiste per compiere e per coronare quel ruolo che Alleanza Cattolica voleva incarnare, di think tank e di avanguardia nell’elaborazione di una cultura e di una proposta di «materiali» per una restaurazione dell’ethos religioso e civile del Paese, che altre e assai potenti forze stanno drammaticamente de-moralizzando e de-strutturando. Il fatto che dopo quattrocento fascicoli e quarantasei anni di vita sia ancora lì vuol dire che ha saputo resistere ai forti venti ostili soffiati nel mondo laico e in quello religioso e testimonia quanto sia stato originale e ben studiato — nonché inattaccabile nella forma — il progetto di Giovanni Cantoni: un progetto vincente anche grazie allo sforzo dei collaboratori — che non hanno mai percepito compensi, anzi hanno fatto a proprie spese le letture che un contributo di livello impone — e alla diffusione, per lunghi anni militante, cioè svolta sui sagrati delle chiese e nelle strade, nei convegni e nel «porta a porta».
Oggi un medium fermo nei princìpi e rigoroso nella forma come Cristianità può avere un futuro continuando sia a svolgere il proprio ruolo di raccordo e di formazione per chi si avvicina ad Alleanza Cattolica e ne vive l’impegno in prima persona, sia a intercettare i nuovi e multiformi fenomeni di mutamento nella cultura, nella società e nella Chiesa, leggendoli alla luce delle categorie fornite dalla Dottrina sociale e dalla scuola cattolica contro-rivoluzionaria, e comunque non con lenti che andavano bene in tempi il cui kairos era altro e il nemico si presentava con un volto diverso, meglio definito e affrontabile. E un nemico ci sarà, almeno finché non si avvererà la profezia mariana di Fatima: «Infine il mio Cuore Immacolato trionferà».
Oscar Sanguinetti