Lettera al giornale Avvenire del 1/05/2018.
Gentile direttore, ogni tanto viene qualcosa di buono anche dal Csm. Un consigliere, Claudio Galoppi appartenente a Magistratura Indipendente, con un intervento un po’ fuori dall’ordinario nell’aula del Plenum, ha criticato, accogliendo i sentimenti di molti colleghi della “base”, la scelta dei giudici inglesi di interrompere le cure ad Alfie Evans. Il consigliere ha ricordato il diritto alla scelta delle cure e il dirittoprimario alla vita che vigono in Europa.
Ha ricordato addirittura che chi accelera la morte, come i giudici inglesi, di un cittadino italiano all’estero potrebbe essere perseguito in Italia. Alfie era infatti diventato da qualche giorno un cittadino italiano, l’aereo che doveva portarlo in Italia era già pronto a partire, eppure i magistrati inglesi hanno “staccato” la spina.
Non sono favorevole all’accanimento terapeutico, ma nemmeno all’abbandono terapeutico. Soprattutto quando qualcuno, sollecitato dai genitori che lo chiedono, si offre di prestare cure aun bambino che non può parlare. C’è spesso chi, in questi casi, obietta che ci sono tanti bambini che soffrono e muoiono in tante parti del mondo, che non hanno cure e impegnarsi per uno solo non ha significato. È un pensiero gretto. In questi giorni Alfie e i suoi genitori erano diventati un simbolo, lo dico da laico, che ha valore per tutti e illumina il dolore di tutti.
Quando Claudio Galoppi è intervenuto il bambino era ancora vivo. Oggi non più.
Buon viaggio Alfie.
Guido Salvini