
Alcune informazioni sul caso Georgescu
di Remus Tanasâ
Una notizia di alcuni giorni fa ha fatto il giro della stampa internazionale: mercoledi 26 febbraio Călin Georgescu è stato prelevato dagli organi competenti e portato alla Procura dell’Alta Corte di Cassazione e Giustizia, dove è stato aperto un procedimento penale per sei capi di imputazione. L’ex candidato alle presidenziali romene è colui che è entrato con maggior numero di voti nel secondo turno (24 novembre 2024), prima che la Corte Costituzionale della Romania annullasse le elezioni. Secondo la Corte Costituzionale, il processo elettorale è stato viziato per tutta la sua durata e in tutte le sue fasi da molteplici irregolarità e violazioni della legislazione elettorale, [fatti] che hanno alterato la natura libera ed equa del voto espresso dai cittadini e le pari opportunità dei concorrenti elettorali, che hanno compromesso la natura trasparente ed equa della campagna elettorale e non hanno rispettato le norme giuridiche sul suo finanziamento.
Prima di arrivare alle accuse contro Georgescu, vorrei presentare un esempio specifico della disinformazione ricorrente utilizzata dal suo staff elettorale e da alcuni suoi seguaci. In questa occasione, dopo essere stato portato in Procura e mentre stava ancora lì a parlare con il procuratore, i suoi sostenitori hanno diffuso la falsa notizia che Georgescu era stato prelevato mentre si recava a presentare la sua candidatura per la nuova tornata di elezioni presidenziali di maggio. Una manipolazione smentita dallo stesso Ufficio Elettorale Centrale. Secondo le procedure in vigore, ogni candidato ha bisogno di un appuntamento per poter presentare il proprio fascicolo di candidatura. In una risposta ufficiale, data ad un giornale romeno, l’Ufficio Elettorale Centrale ha affermato che Georgescu non aveva nessun appuntamento il 26 febbraio, quindi non avrebbe potuto presentare la sua candidatura (fonte: Ziare.com).
Vediamo quali sono i sei capi di imputazione (fonti: Observator News; Antena 3 – CNN; Digi24):
1. istigazione ad azioni contro l’ordine costituzionale, in forma tentata;
2. comunicazione di notizie false;
3. dichiarazioni false in forma continua, che riguardano le fonti di finanziamento della campagna elettorale e le dichiarazioni patrimoniali;
4. costituzione di un’organizzazione di stampo fascista, razzista o xenofobo;
5. promozione pubblica del culto di persone colpevoli di crimini di genocidio contro l’umanità e di crimini di guerra, nonché il reato di promuovere pubblicamente idee, concetti o dottrine fasciste, legionarie, razziste o xenofobe;
6. costituzione di un’organizzazione antisemita.
Georgescu si trova attualmente sotto controllo giudiziario per 60 giorni. Ciò significa che potrà presentarsi come candidato, però non può lasciare la Romania senza l’autorizzazione delle autorità; non può pubblicare online contenuti fascisti, legionari, antisemiti, razzisti o xenofobi; non può creare nuovi profili sui social media, può soltanto utilizzare quelli esistenti.
Altri dettagli collegati alla vicenda politica e giuridica di Georgescu (fonti: Newsweek România; Ziarul Financiar; ProTV; DCNews; Capital):
– le autorità romene hanno effettuato 47 perquisizioni in diverse regioni, mirando a reati come azioni contro l’ordine costituzionale, false dichiarazioni, incitamento pubblico e creazione di un’organizzazione estremista. Le indagini riguardano 27 persone e diverse società.
– la Procura generale ha chiesto la collaborazione della Turchia per indagare su una fabbrica di troll coinvolta nella campagna elettorale di Georgescu. I troll avevano IP situati in Turchia e utilizzavano e-mail russe per creare account su TikTok;
– più di 20.000 profili falsi hanno generato 2,1 milioni di commenti su TikTok prima del primo turno delle elezioni presidenziali. L’obiettivo era promuovere artificialmente il candidato utilizzando gli algoritmi della piattaforma.
– i profili TikTok sono stati creati con e-mail russe di rambler.ru, utilizzando un algoritmo automatico.
In più, nella pavimentazione di casa di Horațiu Potra, il capo dei mercenari usati da Georgescu come guardie del corpo, è stata trovata una cassaforte contenente 1,5 milioni di dollari e più armi. Inoltre, presso i mercenari del gruppo di amici di Potra, le autorità romene hanno reperito: 25 chilogrammi d’oro (lingotti), oltre 3,3 milioni di dollari (contanti), oltre 700.000 lei romeni (contanti), 43.000 euro (contanti), 13.000 dirham (contanti), 21.000 dinari serbi (contanti), oltre 40 caricatori di armi letali di vario calibro, 51 granate (militari, offensive/difensive), 44 proiettili da lancio, 21 pistole letali (per lo più calibro 9X19mm), 7 pistole/fucili mitragliatori letali (calibro 7,62mm e 7,65mm), oltre 20 scatole/confezioni/sacchetti di munizioni letali, 6 pezzi di armi, 4 materiali esplosivi, due lanciagranate/lanciatori, una miccia detonante, un mirino da cecchino (fonti: Libertatea; Adevărul; G4Media; SpotMedia).
In questo momento, l’Alta Corte di Cassazione e Giustizia ha disposto la custodia cautelare per 16 imputati del gruppo di mercenari e per altri due gli arresti domiciliari. La Corte Suprema ha anche ordinato l’emissione di mandati di arresto in contumacia per il capo dei mercenari Horațiu Potra, per suo figlio e per il fratello di Potra (tutti e tre non si trovano più in Romania).
Questi dettagli denotano una tensione sociale e politica che va oltre i limiti dello stato di diritto. La Romania ha vissuto situazioni simili nel periodo tra le due guerre mondiali, quando gruppi/partiti estremisti hanno usato il mezzo dell’omicidio politico per destabilizzare la società romena. Coincidenze o meno, Georgescu, i suoi stretti collaboratori e sostenitori fanno riferimento a questi gruppi/partiti estremisti del periodo interbellico. Molti di coloro che hanno votato per lui al primo turno lo hanno fatto per ammonire i vecchi politici ed è stato più un voto di protesta che di sostegno a Georgescu. Di recente, infatti, sono emersi alcuni dettagli riprovevoli sul passato di Georgescu, che lo fanno comparire come collaboratore della Securitate di Ceaușescu e poi del governo salito al potere dopo il dicembre 1989 (fonte: Recorder).
Mercoledì, 5 marzo 2025