• Passa al contenuto principale
  • Skip to secondary menu
  • Passa al piè di pagina
Alleanza Cattolica

Alleanza Cattolica

Cristianità

  • Cristianità
    • La rivista Cristianità – indici
    • Abbonarsi
    • Quaderni di Cristianità
    • Edizioni Cristianità
  • Temi
    • Famiglia
      • Educazione
      • Matrimonio
      • Family day
    • Aborto
    • Divorzio
    • Droga
    • Fine vita
      • Omosessualità
    • Unioni civili
    • Dizionario del Pensiero Forte
    • Affidamento a Maria
      • Appello ai Vescovi e ai Sindaci d’Italia
      • L’affidamento alla Madonna dei Vescovi
      • Affidamento alla Madonna da parte dei sindaci
  • Rubriche
    • Voce del Magistero
      • Angelus
      • Udienze
      • Regina coeli
      • Discorsi
      • Magistero episcopale
    • Lo scaffale
    • Via Pulchritudinis
      • Arte
      • Architettura
      • Cinema
      • Costume
      • Iconografia
      • Letteratura
      • Musica
      • Teatro
    • Nel mondo…
      • Italia
        • Elezioni 2022
      • Africa
      • Centro america
      • Europa
      • Medio Oriente
      • Mediterraneo
      • Nord America
      • Sud America
      • Sud-est Asiatico
    • Economia
    • Interviste
    • Comunicati
    • English version
    • Versión en Español
  • Spiritualità
    • Il pensiero del giorno
    • Cammei di Santità
    • Esercizi di Sant’Ignazio
    • Le preghiere della tradizione
    • Sante Messe del mese
      • Ora di adorazione
  • Lettere agli amici
  • Eventi
  • Audio e Video
    • Video
      • Riflessioni di Marco Invernizzi
      • Storia della Chiesa
      • Geopolitica
      • Islam: ieri e oggi
      • Video interviste
      • Convegni
      • Conferenze
    • Scuole estive
    • Audio
    • Radio Maria
Ti trovi qui: Home / In evidenza / Quote rosa e pillola abortiva: due facce della stessa medaglia?

Quote rosa e pillola abortiva: due facce della stessa medaglia?

10 Agosto 2020 - Autore: Cristina Cappellini

Pubblicato sul sito del Centro Studi Livatino il 10 agosto 2020

Tornato alla ribalta il tema delle quote rosa in materia di legge elettorale, con esso si ripropone il quesito: quanto serve introdurre ex lege un rilevante numero di donne candidate – fino a quando sarà lecito adoperare il termine “donna”? da quando si dovrà andare davanti al giudice in caso di rifiuto dell’uso del termine “individuo con le mestruazioni” o “individuo con cervice uterina”? – se non si aiutano le donne a superare i veri problemi che limitano il loro pieno realizzarsi nella famiglia, nel lavoro e nella società?

Che senso ha avere più donne in Parlamento se a troppe donne, magari della stessa età, è ancora negata la possibilità di formare una famiglia o di conciliare gli impegni famigliari con quelli lavorativi? Se una gravidanza diventa una seconda scelta rispetto al fatto di dover portare a casa uno stipendio? Se scegliere di essere mogli e madri senza lavorare è diventato quasi impossibile o una condizione che ormai il mainstream considera non dignitosa? Casalinga: che brutta parola! Non sia mai!

Quindi non importa se una donna è costretta a lavorare perché altrimenti la famiglia non riuscirebbe a pagare il mutuo o l’affitto della casa, le spese per l’istruzione dei figli, le cure per i genitori anziani: l’importante è che le venga garantito di potersi sedere in Parlamento, nei consigli regionali e comunali, nei cda! Si è arrivati persino a modificare, anzi a storpiare, la lingua italiana per coniare le declinazioni di ministra, sindaca, consigliera… E così abbiamo risolto tutti i problemi! Invece non abbiamo risolto niente: lo dico avendo ricoperto ruoli importanti, indipendentemente dalle quote rosa.

Quante donne vengono candidate non perché più meritevoli ma solo per l’esigenza di riempire liste elettorali con persone di sesso femminile? È sufficiente scorrere qualche curriculum. E quante volte nelle varie tornate elettorali si è sentito ripetere che servivano donne da candidare, solo per rispettare la legge?

Non penso che l’imposizione normativa sia un grande traguardo: non sono queste le battaglie da fare in nome del sesso femminile. A maggior ragione quando constato che mentre lo Stato tratta la donna come una specie protetta – nelle aule parlamentari, nelle assemblee regionali, comunali, nei cda -, lo Stato medesimo non riesce ad aiutarla nella vita di tutti i giorni: a diventare moglie, madre, lavoratrice, e anzi l’ultima trovata del Ministro della Salute Roberto Speranza è la possibilità di utilizzare la pillola abortiva senza ricovero ospedaliero anche fino alla nona settimana di gravidanza!

Questi sono gli aiuti dei paladini del gentil sesso (fino a quando si potrà dire gentil sesso senza essere imputati di discriminazione?). Il messaggio è: avanti donne! In nome dei vostri diritti e delle vostre libertà vi siano aperte le porte della carriera politica, istituzionale e manageriale, ma – attenzione! – meno figli fate e meglio è. Il volto dell’Occidente cosiddetto avanzato (con lungimiranza Alessandro Manzoni ricordava che “non sempre ciò che vien dopo è progresso”) è il consumo usa e getta, e quindi l’aborto per tutti, l’eutanasia per tutti, le quote rosa a tutti i costi, in attesa della rivendicazione e del varo delle quote fluide, transgender, ecc. È la maggiore attenzione portata per un cane abbandonato che per un bambino abortito; è lo scandalo di fronte a un agnello arrosto sulla tavola pasquale, e non di fronte a un bambino disabile a cui viene imposta l’eutanasia di Stato; è la lotta anche politica per salvare la vita a un orso (bene, anche a me piacciono gli orsi); è la gara a scattare foto e video da postare sui social di un essere umano in fin di vita.

È la società dei diritti à la carte con sempre meno doveri, senza prospettiva verticale e senza futuro. Cui non ci si deve arrendere: la consapevolezza della deriva raggiunta impone il lavoro per invertire la rotta. Subito.

Cristina Cappellini
già Assessore alla Cultura e Identità della Regione Lombardia

Lunedì, 10 agosto 2020

Condividi:

  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)

Correlati

Archiviato in:In evidenza, Riflessioni

Footer

Alleanza Cattolica

Viale Parioli 40, 00197 Roma
tel. +39 349 50.07.708
IBAN: IT59N0623012604000030223995
info@alleanzacattolica.org

Cristianità

c.p. 185 – 29100 Piacenza
tel. +39 349 50.07.708
C.F. 00255140337

Chi siamo

  • Presentazione
  • Statuto
  • Riconoscimento ecclesiale
  • Decreto Indulgenza
  • Inter nos
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • Twitter
  • Youtube

Iscriviti alle Newsletter

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Copyright © 2023 Alleanza Cattolica · Accedi