Da AsiaNews del 17/06/2021
La polizia per la sicurezza nazionale ha arrestato stamane cinque dirigenti di Apple Daily, il quotidiano indipendente del magnate pro-democrazia Jimmy Lai. Tra i fermati vi sono il direttore capo della testata Ryan Law, il suo vice Chan Pui-man e il direttore esecutivo Cheung Chi-wai. Gli altri arrestati sono Cheung Kim-hung e Chow Tat-kuen, due manager di Next Digital, la holding che pubblica il giornale.
Le Forze dell’ordine hanno arrestato i cinque nelle loro abitazioni. L’accusa è di aver cospirato con forze straniere per minacciare la sicurezza nazionale: uno dei reati previsti dal provvedimento sulla sicurezza voluto lo scorso anno da Pechino. Nel mirino delle autorità vi sono più di 30 articoli che secondo la polizia invocano sanzioni contro l’esecutivo di Hong Kong e il governo centrale cinese.
Più 200 poliziotti hanno compiuto invece un raid negli uffici di Apple Daily; durante l’operazione ai giornalisti è stato impedito di avvicinarsi alle loro postazioni.
Il tabloid anti-establishment aveva subito una perquisizione già in agosto. Jimmy Lai è in prigione da mesi accusato di reati contro la sicurezza nazionale e per aver partecipato a due manifestazioni non autorizzate nell’agosto 2019. La Procura lo accusa anche di aver subaffittato in modo illegale alcuni locali destinati a Next Digital. Gli uffici si trovano in un edificio di proprietà della Hong Kong Science and Technology Parks Corporation, un ente finanziato dallo Stato. In maggio la polizia per la sicurezza nazionale ha sequestrato all’attivista democratico il 70% delle sue azioni di Next Digital.
Steve Li, commissario senior della sezione sicurezza nazionale, ha annunciato che le autorità hanno congelato asset di Apple Daily per 18 milioni di dollari HK (1,9 milioni di euro). Subito dopo gli arresti Next Digital ha sospeso gli scambi in Borsa.
L’Associazione cittadina dei giornalisti ha espresso preoccupazione per il raid e gli arresti. Il suo presidente Chris Yeung ha obiettato che il giornalismo possa contravvenire la legge sulla sicurezza nazionale. Egli ha contestato anche la confisca di materiale giornalistico, sottolineando che l’ordine di perquisizione dimostra che la libertà di stampa a Hong Kong è danneggiata in modo serio.
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