“Rifiutare di vendere farmaci abortivi non è un reato ma un diritto che rientra nell’obiezione di coscienza. Siamo quindi molto contenti della decisione del Tribunale di Gorizia con cui è stata assolta la farmacista triestina che nel 2013 aveva esercitato questo diritto, rifiutandosi di vendere una pillola del giorno dopo” commenta il presidente del Comitato promotore del Family day, Massimo Gandolfini. “Ringrazio in particolar modo l’amico avv. Simone Pillon (membro del direttorio del Family day) e i colleghi e amici Prof. Bruno Mozzanega e dott. Renzo Puccetti che col loro lavoro hanno contribuito ad ottenere questo straordinario risultato che segna una svolta nella giurisprudenza italiana”.
“Finalmente – continua Gandolfini – dopo anni di silenzi e di censure, è apparso chiaro a tutti che nessun professionista può essere costretto ad andare contro la propria coscienza con la minaccia della galera. La caccia ideologica agli obiettori non trova nessuna giustificazione, anche perché i dati, diffusi pochi giorni fa dal Ministero della Salute, mostrano la facilità di accesso all’acquisto di pillole abortive, consentito anche senza ricetta, che è infatti aumentato di circa il 400% dal 2012 a questa parte”.
“E’ stato un onore difendere una donna tanto umile quanto determinata” gli fa eco l’avv. Simone Pillon, che ha tutelato la farmacista nel processo penale. “Il Tribunale ha sapientemente bilanciato i diritti costituzionali dell’imputata. Ora ci aspettiamo che il parlamento approvi nel più breve tempo possibile una norma che tuteli la libertà di coscienza, anche perché non possiamo lasciare al coraggio dei singoli – per quanto grande – il presidio dei più elementari principi etici e il rispetto della vita”.
Roma, 20 dicembre 2016
Comitato Difendiamo i Nostri figli