Da Avvenire del 9/04/2023
IL GOVERNO TENTA DI COMBATTERE L’INVERNO DEMOGRAFICO
Roma
Per rilanciare la natalità e il sostegno alle famiglie con figli – di fronte al calo demografico italiano culminato nel 2022 nel record negativo di appena 392mila nuove nascite – il governo ha già messo un miliardo e mezzo di euro nella legge di Bilancio. E la ministra della Famiglia Eugenia Roccella punta a un ventaglio di misure come l’implementazione di consultori e welfare aziendale, oltre al “bollino rosa” per le imprese che rispettano la parità di genere, per esempio non penalizzando carriera e occupazione delle donne e delle mamme. Tra gli obiettivi, anche quello di arrivare entro la legislatura a potenziare l’assegno unico per i figli rendendolo universale, ovvero farne un diritto sganciato dal reddito dei genitori e dunque dall’Isee. Sull’assegno unico, il governo ha provveduto ad aumentare del 50% l’importo – salito da 175 a 262 euro mensili – per i figli con meno di un anno, mentre la base di 175 euro per le altre “fasce” di età decresce in base all’Isee del nucleo familiare, fino ad arrivare a 50 euro per quelli che superano la soglia dei 40mila euro o che non presentano nessun dato sull’indice della loro situazione economica. È stato anche introdotto un ulteriore mese di congedo parentale fino al sesto anno del bambino, retribuito all’80% dello stipendio rispetto al 30% degli altri mesi, che può essere utilizzato alternativamente dal padre o dalla madre del neonato.Nella delega fiscale approvata dall’esecutivo è stato inoltre inserito il «criterio familiare» per ricalibrare il reddito di cittadinanza che sarà via via tolto alle persone ritenute abili al lavoro, ma rimarrà invece per chi ha figli minori da mantenere e sarà più cospicuo per i nuclei familiari numerosi verso i quali, secondo la ministra Roccella, c’è sempre stata una «costante disattenzione politica». Per invertire la rotta si pensa di utilizzare il «criterio familiare» – concetto preferito da Roccella rispetto a quello di «quoziente familiare » – come “bussola” nella riforma del sistema di tassazione che dovrà, almeno questo è l’intendimento, tenere presente la composizione del nucleo familiare e i costi sostenuti per la crescita dei figli. Per quanto riguarda la sollecitazione alle imprese a realizzare la parità di genere, finora sono 264 le imprese certificate che hanno ottenuto il “bollino rosa”. Un percorso che è stato sostenuto da uno stanziamento di 2,5 milioni di euro e altri 5,5 milioni per far fronte ai costi di certificazione. Nel provvedimento di riordino del sistema di incentivi alle imprese, è previsto il riconoscimento di una premialità a quelle che valorizzano quantità e qualità del lavoro delle donne e che sostengono la natalità. Inoltre si sta accrescendo e migliorando il ruolo dei consultori, che dovranno poter offrire la loro professionalità anche a domicilio, sul modello francese, per dare un aiuto concreto e immediato alle neomamme e ai loro piccoli nei primi mesi di vita dei neonati. In modo tale che la maternità non sia vissuta come «un percorso a ostacoli». Misure allo studio anche per aumentare la consapevolezza del proprio corpo e soprattutto dei periodi di fertilità con iniziative di «alfabetizzazione sanitaria» per sviluppare «la capacità di acquisire, elaborare e comprendere informazioni sanitarie basilari».