Di Michele Brambilla
Nel giorno in cui a Roma s’inaugura il Sinodo sull’Amazzonia, la liturgia romana offre alla riflessione la pagina del Vangelo che riporta una domanda posta a Gesù dai suoi stessi discepoli: «accresci in noi la fede!» (Lc 17, 6). «Una bella preghiera», riconosce Papa Francesco alla recita dell’Angelus del 6 ottobre, «che noi dovremmo pregare tanto durante la giornata: “Signore, accresci in me la fede!”. Gesù risponde con due immagini: il granellino di senape e il servo disponibile». Nel primo caso afferma letteralmente: «se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe» (Lc 17,6). «Gesù, dunque», glossa Francesco, «vuole far capire che la fede, anche se piccola, può avere la forza di sradicare persino un gelso. E poi di trapiantarlo nel mare, che è una cosa ancora più improbabile: ma nulla è impossibile a chi ha fede, perché non si affida alle proprie forze, ma a Dio, che può tutto».
Com’è, allora, la fede modello “granello di senape”? «La fede paragonabile al granello di senape», spiega il Pontefice, «è una fede che non è superba e sicura di sé; non fa finta di essere quella di un grande credente facendo a volte delle figuracce! È una fede che nella sua umiltà sente un grande bisogno di Dio e nella piccolezza si abbandona con piena fiducia a Lui. È la fede che ci dà la capacità di guardare con speranza le vicende alterne della vita, che ci aiuta ad accettare anche le sconfitte, le sofferenze, nella consapevolezza che il male non ha mai, non avrà mai, l’ultima parola». Il Papa completa poi l’affermazione con un’altra domanda: «come possiamo capire se abbiamo veramente fede, cioè se la nostra fede, pur minuscola, è genuina, pura, schietta? Ce lo spiega Gesù indicando qual è la misura della fede: il servizio», vissuto con quell’etica dell’umiltà che caratterizza il servo della seconda parabola. «Gesù vuole dire che così è l’uomo di fede nei confronti di Dio: si rimette completamente alla sua volontà, senza calcoli o pretese».
Il Sinodo sull’Amazzonia ha preso il via dopo aver già fatto versare fiumi di inchiostro da parte sia dei detrattori sia degli apologeti, tanto che si candida a entrare nel “guinness dei primati” come una delle assisi ecclesiali più contestate prima ancora che potesse lavorare e deliberare.
Affidandolo alla preghiera dei fedeli, il Pontefice intende ricondurre anche questo importante appuntamento alla logica della fede appena esposta. «Vi chiedo di accompagnare con la preghiera questo evento ecclesiale», chiede, «affinché sia vissuto nella comunione fraterna e nella docilità allo Spirito Santo», poiché «questo atteggiamento verso Dio si riflette anche nel modo di comportarsi in comunità: si riflette nella gioia di essere al servizio gli uni degli altri, trovando già in questo la propria ricompensa» e appianando così i conflitti. Spesso, infatti, molti cattolici presumono di poter salvare la Chiesa (e il mondo)con le loro proprie forze, entrando altrettanto spesso in conflitto con altri fratelli nella fede per divergenze d’opinione. La parabola del granello di senape riporta al centro la fede fiduciale allo stato puro, che rende molto più sereni davanti a qualsiasi soluzione pastorale verrà adottata per il futuro. A scrivere diritto sulle eventuali righe storte degli uomini ci pensa, da sempre, qualcun’Altro.
Lunedì, 7 ottobre 2019